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Libia, Orfini a Fanpage.it: “Dal Pd tanta ipocrisia: elogiano il Papa, ma i lager li finanziamo noi”

Dopo che il Papa ha parlato di “lager” in Libia, l’ex presidente del Partito democratico Matteo Orfini, in un’intervista a Fanpage.it, si dice meravigliato per i commenti dei colleghi: “È stato sconcertante vedere che tanti elogiavano e ritwittavano il Pontefice. Non si può far finta che quelle politiche e quei lager non c’entrino niente con noi. Li finanziamo dal 2017”.
A cura di Giacomo Andreoli
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Sulle parole del Pontefice in difesa dei migranti si è vista una grande ipocrisia, a partire da diversi esponenti del Partito Democratico. Lo dice in modo convinto ai microfoni di Fanpage.it l'ex presidente del Pd, Matteo Orfini, il giorno dopo l'intervista a Papa Francesco a Che tempo che fa, su Rai 3. Intervista che ha ricevuto una pioggia di ricondivisioni e commenti positivi da parte di esponenti politici di schieramenti trasversali sui social. Ma anche intervista in cui il pontefice ha definito i centri di detenzione in Libia dei "lager", chiedendo ai governi europei, a partire da quello italiano, di intervenire per salvare chi scappa dalla fame e dalle guerre.

Onorevole Orfini, prima la classe dirigente del Pd favorisce nel 2017 un accordo con la Libia, poi ogni anno la maggior parte di voi vota per rifinanziare la Guardia costiera di Tripoli. Ora, però, tutti elogiano il Papa. Non c'è un'ipocrisia di fondo?

C'è una valanga di ipocrisia in generale, dentro tutti i partiti, anche nel centrosinistra e nel Pd. È stato sconcertante vedere che tanti elogiavano e ritwittavano il Pontefice. Non si può far finta che quelle politiche e quei lager non c'entrino con noi: sono cose criminali su commissione dell'Italia almeno dal 2017. Aiutiamo la Guardia Costiera libica a fare ciò che qui sarebbe un reato. Poi ieri ho visto che Gentiloni ringraziava il Papa su Twitter: la prendo come un'autocritica, forse ha capito di aver sbagliato.

Pensa che dopo queste parole il fronte dei parlamentari che si oppone all'intesa con Tripoli e di cui lei fa parte possa allargarsi?

Anni fa eravamo in pochissimi. Ora siamo di più, con LeU, pezzi di Italia Viva e qualche esponente di Forza Italia, ma ancora non abbastanza per bloccare iniziative parlamentari condivise. O matura una consapevolezza più larga oppure facciamo fatica, perché rimaniamo pochi. Vediamo se questo accadrà dopo le parole del Pontefice, che però non va tirato dentro una contesa politica. Comunque quando ne discutemmo nel Pd, con Zingaretti segretario, l'assemblea votò all'unanimità un ordine del giorno che diceva "mai più finanziamenti alla Guardia costiera libica", salvo poi rimangiarsi quel voto tra i gruppi parlamentari.

Con Letta è cambiato qualcosa?

Non è cambiato molto e Draghi è in totale continuità con i governi precedenti.

E tra i 5 stelle qualcuno vi appoggia, anche se non lo dice apertamente?

«Spero che le parole del Papa facciano riflettere tutti, perché anche nei 5 stelle c'è una voce silenziosa a nostro favore: voce che dovrebbe smettere di essere così silenziosa».

Chiedete ancora di stracciare il Memorandum Italia-Libia?

«Prima di tutto chiediamo la fine dei finanziamenti a pioggia alla Guardia costiera libica. Quel Memorandum è un totale fallimento: c'è scritto che la Libia deve rispettare i diritti umani, invece ha prodotto anni di violenze e violazioni di quegli stessi diritti. Anche l'ideatore, l'ex ministro dell'Interno Marco Minniti, ha dimostrato onestà intellettuale: ha detto che non si può rinnovare così com'è, ma ne va scritto uno nuovo incentrato sul rispetto dei diritti. Quello attuale, quindi, non è modificabile, perché è costruito su un impianto sbagliato: i flussi migratori vanno gestiti, non fermati con la violenza».

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