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Guerra in Libia

Libia, 300mila sfollati dalla guerra pronti a partire: l’avvertimento del ministro di Tripoli

Fathi Bashaga, ministro dell’Interno di Tripoli, oggi si trovava in visita a Roma e avrebbe anche chiesto un intervento più deciso del’Italia per quanto riguarda i 300mila sfollati dal conflitto che sarebbero pronti a salpare attraverso il Mediterraneo per raggiungere l’Europa: Bashaga ha chiesto aiuti materiali più ingenti per gestire una situazione particolarmente critica sul suolo libico, che potrebbe anche trasformarsi in un problema per l’Italia.
A cura di Annalisa Girardi
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Il ministro dell'Interno libico, Fathi Bashaga, ha incontrato a Roma la sua omologa italiana, Luciana Lamorgese, e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, all'indomani del rinnovo del memorandum tra i due Paesi. Non si è trattato di incontri sempre semplici, in quanto Bashaga, rappresentante del governo di accordo nazionale di Fayez al-Sarraj ha chiesto che l'Italia prenda una chiara posizione politica rispetto al conflitto civile in Libia. Non solo, il ministro dell'Interno di Tripoli avrebbe anche chiesto un intervento più deciso del nostro Paese per quanto riguarda i 300mila sfollati che sarebbero pronti a salpare attraverso il Mediterraneo per raggiungere l'Europa: Bashaga ha chiesto aiuti materiali più ingenti per gestire una situazione particolarmente critica sul suolo libico, che potrebbe anche trasformarsi in un problema per l'Italia.

Mentre si chiudono cinque campi per migranti, quindi, si è chiesto all'Italia sostegno e supporto concreto nella costruzione di nuovi centri. Lamorgese, da parte sua, ha ratificato la volontà dell'Italia di offrire il pieno appoggio alla Libia mentre Di Maio ha annunciato che Roma proporrà alcuni emendamenti all'accordo appena rinnovato specialmente per quanto riguarda proprio la questione migranti. Sui centri presenti sul territorio libico, si starebbe lavorando con l'Unione europea e gli organismi internazionali, in primis l'Unhcr, per mettere al primo posto i diritti umani di coloro che si trovano in questi luoghi, troppo spesso teatro di violenze e soprusi.

"L’Italia continua a lavorare per trovare una soluzione politica alla crisi libica, a partire dalla piena attuazione degli esiti della Conferenza di Berlino. La strada da seguire è il rispetto dell’embargo sulle armi, che deve essere categorico, per un cessate il fuoco permanente. E l’Ue deve dare il proprio contributo, parlando con una sola voce, affinché possa prevalere la diplomazia. Bisogna mettere la parola fine ad ogni azione militare in Libia. Bisogna fermare le interferenze esterne. Mettere in sicurezza la Libia significa mettere in sicurezza anche l’Italia", ha scritto su Facebook il titolare della Farnesina dopo l'incontro di oggi a Roma, confermando l'impegno del nostro Paese specialmente per quanto riguarda la lotta al traffico di esseri umani.

Tripoli avrebbe anche chiesto a Roma più aiuti concreti per quanto riguarda il controllo della frontiera a Sud del Paese: un'operazione tuttavia molto complicata, in quanto tutto il territorio libico è frammentato in diverse aree di influenza sotto il comando diretto di numerose e differenti milizie. Diventa perciò difficile organizzare in modo omogeneo il pattugliamento del territorio.

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