L’ex ministra Azzolina racconta la Maturità: “Con la febbre alla prima prova, ma andò bene. Siate voi stessi”

"Quando ho fatto la prima prova scritta della Maturità avevo la febbre. Ma andò per fortuna bene, scelsi il saggio breve. Ai maturandi di oggi dico: siate voi stessi, provate a far capire ai docenti quale è stato il vostro percorso, soprattutto dal punto di vista umano".
A parlare è Lucia Azzolina, ministra dell'Istruzione da gennaio 2020 a febbraio 2021 nel secondo governo Conte, ex esponente del Movimento 5 Stelle, oggi dirigente scolastica di un istituto comprensivo di Biella. A Fanpage.it, in occasione del via – oggi – della Maturità 2025 con la prima prova scritta d'italiano, ha raccontato come è stato il suo Esame di Stato e spiegato come potrebbe cambiare dal suo punto vista dal prossimo anno.
Cosa ricorda della sua Maturità?
"Mi sono diplomata nel 2000/2001 al liceo scientifico. Ho fatto gli esami di Stato con la nuova riforma, quindi con le tre prove scritte e l'orale. Durante la prova d’italiano avevo la febbre ma nonostante ciò riuscii ad ottenere il massimo dei voti per fortuna. Scelsi il saggio breve sulla scienza e il metodo galileiano. Alla seconda prova uscì matematica, che non credo possa essere considerata semplice, ma anche questa andò bene".
Tra le novità di quest'anno c'è la questione del sei in condotta. Cosa ne pensa da insegnante e dirigente scolastico?
"Ho sentito pareri discordanti, c'è chi era d'accordo, e chi no. Da insegnante dico che non serve la minaccia del 6 in condotta per spingere gli studenti a comportarsi meglio. Io la reputo tale, e non come un metodo educativo che permette ai ragazzi di crescere come cittadini. Io da docente devo fare in modo che gli alunni si comportino dignitosamente nel contesto sociale indipendentemente dal voto che si dà".
Secondo lei la Maturità così come è oggi va bene o dovrebbe essere cambiata?
"L’esame di Stato così come è va anche bene, lo trovo equilibrato. Ma credo che si possa dare maggiore valore al lavoro che lo studente ha fatto negli ultimi tre anni di scuola. Oggi il percorso scolastico è valutato 40 crediti, mentre le prove d'esame valgono un totale di 60 punti, quindi incidono maggiormente sul voto finale. Ecco, si può pensare di aumentare quei crediti scolastici, dandone qualcuno di più".
Perché?
"Gli insegnanti, al di là del credito e della banalizzazione dei numeri, sanno come giudicare il percorso che uno studente ha fatto, perché il compito della scuola è capire quanto quello stesso studente è cresciuto e come sono cresciute le sue competenze rispetto al punto di partenza, inclusi il contesto sociale e familiare. Dobbiamo guardare alla vita dello studente. Invece tanti ragazzi soffrono situazioni familiari difficili che non vengono considerate".
Cosa si sente di dire agli studenti impegnati in questi giorni con l'esame di Stato?
"Siate voi stessi, provate a far capire ai docenti quale è stato il percorso di maturazione che avete avuto da tutti i punti i vista, ma soprattutto da quello umano. Questo è un aspetto che spesso viene sottovalutato. Si danno voti, si misurano le competenze, ma non è questa la funzione della scuola, la cui missione è invece – credo – quella di formare i cittadini del domani".




