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L’ex eurodeputato leghista Mario Borghezio accusato di furto di carte storiche ad Archivio di Stato

L’ex europarlamentare della Lega, Mario Borghezio, è accusato di aver tentato di sottrarre alcuni documenti dall’Archivio di Stato di Torino. L’accusa arriva da un funzionario dell’Archivio, ma per Borghezio si tratta solo di un “equivoco”: la sua intenzione era quella di fotocopiare quelle carte.
A cura di Stefano Rizzuti
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Secondo il protagonista di questa vicenda si è trattato solo di un equivoco. Mario Borghezio, ex europarlamentare della Lega (non ricandidato alle elezioni europee del maggio 2019), si difende spiegando di aver agito in buona fede. L’accusa è quella di aver tentato di sottrarre alcuni documenti dall’archivio di Stato di Torino. Per l’esponente leghista, però, si è trattato di un equivoco, in quanto il suo intento sarebbe stato solamente quello di fare delle fotocopie, nonostante il regolamento non lo preveda. È la procura di Torino a indagare per quello che viene definito come un presunto tentativo di sottrarre alcuni documenti dall’Archivio di Stato del capoluogo piemontese.

Mario Borghezio è uno storico esponente del Carroccio ed è stato parlamentare europeo in più legislature: ha occupato gli scranni di Strasburgo e Bruxelles dal 2001 al 2019. È stato anche deputato – eletto sempre con la Lega Nord – dal 1992 al 2001. Oltre che consigliere comunale a Torino, la sua città. Ha inoltre ricoperto il ruolo di sottosegretario alla Giustizia.

L’accusa nei confronti di Borghezio arriva da un funzionario dell’Archivio del capoluogo piemontese. Il politico è un noto appassionato di storia e proprio per questo motivo si stava documentando su alcuni documenti risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, in particolare sulle misure di prevenzione dei bombardamenti. Secondo l’accusa del funzionario, Borghezio avrebbe cercato di portarsi a casa questi documenti che stava consultando. Per Borghezio, comunque, si è trattato solo di un “equivoco”, perché la sua intenzione era solo quella di fotocopiare i documenti, nonostante non fosse previsto dal regolamento. L’episodio è stato segnalato ai carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale (Tpc). A indagare sulla vicenda sarà la procura di Torino, che vuole capire se effettivamente l’ex europarlamentare ha agito in buona fede e se il suo sia stato solo un errore o un atto intenzionale.

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