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Le nuove regole del Patto di migrazione e asilo, come cambia l’accoglienza in Ue

È stato raggiunto un accordo sul nuovo Patto di migrazione e asilo, che uniforma le regole per la protezione internazionale tra i Paesi Ue, introduce un meccanismo di solidarietà verso i Paesi che più subiscono la pressione migratoria e indica nuovi meccanismi per la gestione delle crisi.
A cura di Annalisa Girardi
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Sono passati tre anni da quando la Commissione europea ha presentato la sua proposta sul nuovo Patto di migrazione e asilo. E ora Consiglio e Parlamento Ue hanno trovato la quadra su cinque regolamenti per la gestione comune dei flussi migratori e delle domande di protezione internazionale. Un momento storico, per dirla con le parole di Roberta Metsola e Charles Michel. Con le nuove regole, che dovranno ora essere esaminate dagli ambasciatori dei Paesi membri in Ue, si punta a velocizzare e rendere omogenee in tutto il territorio comunitario le procedure di accoglienza, a definire un modus operandi per far fronte alle situazioni di crisi e a rafforzare la solidarietà europea. "Gli Stati membri contribuiranno ad aiutare i Paesi dell'Unione europea che subiscono maggiormente la pressione migratoria, quando gli arrivi dei richiedenti asilo sono di una portata tale da creare una sproporzione di obblighi e doveri nell'Ue, rendendo necessaria una immediata azione di solidarietà", si legge in un comunicato dell'Unione europea.

I cinque punti centrali sono:

  1. Domande di asilo esaminate in modo più rapido ed efficace, con procedure omogenee in tutti i Paesi membri.
  2. Ricollocamenti o contributi finanziari per sostenere i Paesi più esposti ai flussi migratori, che scattano quando si superano le 30 mila richieste di asilo in un Paese.
  3. Nuove risposte alle crisi, cioè agli aumenti straordinari dei flussi, o alla strumentalizzazioni dei migranti da parte di Paesi terzi che puntano a destabilizzare l'Ue.
  4. Migliori processi di identificazione all'arrivo, con l'utilizzo dei dati biometrici e delle impronte digitali per chiunque dai sei anni in su.
  5. Controlli di sicurezza obbligatori su chi entra illegalmente in Ue.

Nuovo Patto migrazione e asilo, regole uguali in tutta Ue

Il punto di partenza è proprio l'omogenizzazione della normativa e della burocrazia in tutti i Paesi dell'Ue: si punta ad avere una procedura comune tra tutti gli Stati membri sulla concessione e la revoca della protezione internazionale, invece che diverse e frammentarie procedure nazionali. Non si tratta solo di unificare, ma anche di velocizzare i meccanismi: l'esame e il trattamento delle richieste di asilo dovrebbe durare durare fino a sei mesi per una prima decisione, ma essere molto più breve per quanto riguarda "le richieste manifestamente infondate o inammissibili". I primi processi di identificazione, comunque, non dovrebbero durare più di sette giorni. Anche per quanto riguarda i rimpatri si punta a velocizzare le procedure: "I richiedenti asilo le cui domande vengono rifiutate dovrebbero essere rimpatriati in meno di 12 settimane". Le procedure

Solidarietà verso i Paesi di primo approdo

Un punto centrale del nuovo Patto di migrazione e asilo riguarda la solidarietà dei Paesi membri verso quelli di primo approdo. "Il nuovo regolamento sulla gestione dei flussi migratori e dell'asilo prevede un meccanismo di solidarietà obbligatoria verso i Paesi che subiscono maggiore pressione migratoria, consentendo agli altri Stati membri di scegliere tra il ricollocamenti dei richiedenti asilo nel loro territorio e il versamento di un contributo finanziario", si legge ancora in una nota. Il contributo richiesto a ogni Stato membro si basa è calcolato sia in base alla popolazione che al Pil.

Ma come funziona questo meccanismo di solidarietà? Gli Stati membri che si trovano in difficoltà a causa dei flussi migratori verso il loro territorio dovranno notificare a Consiglio e Commissione la volontà di accedere ai contributi di solidarietà. Il nuovo Patto stabilirebbe anche la soglia oltrepassata la quale scatterebbe il diritto al meccanismo: questa è fissata a 30 mila richiedenti asilo, dopo le quali è possibile chiedere il contributo finanziario o i ricollocamenti.

Nel nuovo Patto si determinano inoltre nuovi criteri in base ai quali si stabilisce quale sia lo Stato competente per esaminare le richieste di protezione internazionale, cioè le vecchie norme di Dublino. Verranno considerati criteri aggiuntivi come le certificazioni scolastiche ottenute in Paesi membri, relazioni affettive, conoscenze linguistiche: se però non si riscontra alcuno di questi criteri aggiuntivi, resterà responsabile il Paese dove il richiedente asilo si è registrato per la prima volta all'arrivo, come funziona attualmente.

Come verranno gestite le crisi migratorie

Le nuove norme hanno come obiettivo quello di assicurare una migliore gestione delle crisi che si verificano in caso di aumento straordinario dei flussi migratori, che comportano difficoltà per i servizi di asilo e accoglienza. Non solo, le regole si applicano anche nei casi di strumentalizzazione dei migranti da parte di Paesi: in altre parole, quando un Paese ai confini dell'Ue facilita o incoraggia i flussi migratori per aumentare la pressione e destabilizzare il territorio dell'Unione. Di fatto in situazioni di crisi la registrazione delle domande di asilo potrebbe richiedere fino a dieci giorni e le procedure di frontiera potrebbero essere estese (sia per quanto riguarda l'asilo che il rimpatrio) di ulteriori sei settimane.

Identificazione di chi entra in Ue

Le nuove regole prevedono anche una riforma di Eurodac che mira a identificare in modo più efficace chi arriva in territorio Ue: oltre alle impronte digitali si aggiungono anche le immagini del volto, per chiunque dai sei anni in su. Prima questa soglia anagrafica era stabilita a 14 anni.

Screening dei migranti irregolari all'arrivo

Le nuove regole prevedono anche degli screening pre-ingresso per chi cerca di entrare in Ue in modo irregolare: quindi l'identificazione e la raccolta di dati biometrici (processo che può durare un massimo di sette giorni) potrà scattare al termine di un'operazione di ricerca e soccorso in mare.  Inoltre, per le persone considerate potenzialmente un pericolo per la sicurezza nazionale o l'ordine pubblico, o se il richiedente ha ingannato le autorità presentando false informazioni sull'identità o sulla nazionalità, e per quelle provenienti da Paesi con tassi di riconoscimento dell'asilo inferiori al 20%,  le procedure d'asilo saranno condotte alla frontiera immediatamente dopo lo screening.

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