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Manovra 2024

Le accise sui tabacchi saliranno ancora nel 2024: la mossa del governo Meloni per finanziare la manovra

Dal 2024 potrebbe esserci un ulteriore aumento del costo delle accise: la misura era già prevista nella scorsa legge di bilancio e ora si andrà verso un ulteriore rincaro. Non sono ancora note le cifre esatte, ma i fumatori potrebbero trovare prezzi più alti all’inizio del prossimo anno.
A cura di Andrea Miniutti
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Fumare sarà sempre più costoso: in una nota, il ministero dell'Economia e delle Finanze avrebbe reso nota la volontà di aumentare ulteriormente le accise sui tabacchi per contribuire alle coperture della manovra. Già l'anno scorso era stata presa una decisione analoga, che ha comportato un rincaro per tutti i fumatori italiani, ma il piano sembra essere quello apportare un altro aumento. Infatti nella scorsa legge di bilancio, quella approvata a fine 2022, era già previsto un rincaro fino al 2025:

Per le sigarette, l'ammontare dell'accisa è costituito dalla somma dei seguenti elementi:
a) un importo specifico fisso per unità di prodotto, determinato, per l'anno 2023, in 28 euro per 1.000 sigarette, per l'anno 2024 in 28,20 euro per 1.000 sigarette e, a decorrere dall'anno 2025, in 28,70 euro per 1.000 sigarette;
b) un importo risultante dall'applicazione dell'aliquota di base, di cui alla voce "Tabacchi lavorati", lettera c), dell'allegato I, al prezzo di vendita al pubblico.

Dal mese di febbraio di quest'anno i pacchetti di sigarette e le buste di tabacco trinciato – in seguito all'aumento delle accise – costano rispettivamente 20 e 40 centesimi in più. Nei prossimi due anni il rialzo potrebbe essere ancora più significativo, come ha riportato il Messaggero citando fonti ministeriali.

In ogni caso, va specificato che ad oggi non ci sono ancora dettagli ufficiali sulla misura e che l'aumento delle accise non comporta un rincaro automatico dei prezzi. In particolare, come si è visto quest'anno soprattutto le grandi aziende non hanno alzato il costo di tutti i tabacchi, ma principalmente sui loro prodotti secondari. Invece, per quanto riguarda le accise su sigarette elettroniche e il tabacco riscaldato non ci sono ancora novità. L'anno scorso non c'era stato nessun ritocco su questi prodotti, anche considerando il fatto che un numero inferiore di persone le usa.

Le maggiori entrate da questa misura, assieme ad altre misure come la rivalutazione di terreni e partecipazioni, andranno a finanziare le cosiddette politiche invariate. Si tratta, ad esempio, dei rinnovi dei contratti pubblici e delle spese per la Difesa. Il governo è in cerca di coperture per una manovra che costerà circa 24 miliardi, secondo quanto annunciato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. A contribuire a questa ricerca di fondi sarà anche la global minimum tax, cioè la tassa alle multinazionali, che entrerà in vigore dal 2024 e potrebbe portare nelle casse dello Stato fino a 3 miliardi di euro.

Secondo i dati del “Rapporto sul fumo in Italia” riportati dall'Istituto superiore di sanità, nel nostro Paese ci sono 12,4 milioni di fumatori: quasi un italiano su quattro (il 24,2% della popolazione italiana). Dopo anni di stagnazione, il numero di tabagisti – sia maschi che femmine – è cresciuto di due punti percentuali rispetto all'ultima rilevazione (nel 2019 era il 22%). Ad aumentare è anche il numero di persone che fumano sigarette a tabacco riscaldato, che passa dall'1,1% del pre-pandemia al 3,3% dell'anno scorso. L'unico dato in diminuzione è il consumo medio giornaliero di sigarette (11,5 al giorno), ma ancora il 20,4% ne fuma più di 20.

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