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La partita delle nomine nel governo Meloni: la Lega punta Eni ed Enel, attenzione sulla Rai

Si apre la partita delle nomine delle grandi partecipate dello Stato nel governo Meloni. La Lega punta Eni ed Enel, attenzione massima anche sui vertici Rai.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La partita delle nomine delle grandi partecipate dello Stato si è ufficialmente aperta. Nel governo Meloni se ne comincia a parlare, sia sotto forma di note diffuse da fonti di partito, sia con dichiarazioni palesi. Il primo colpo l'ha battuto la Lega di Matteo Salvini: "L'Italia deve mostrarsi all'altezza delle sfide più delicate, a partire dalla politica energetica su cui il governo è particolarmente attento. È bene sottolineare che anche le grandi aziende di Stato come Eni ed Enel devono cambiare profondamente le loro politiche e il loro approccio alla modernità. Serve un cambio di passo". Il messaggio arriva da fonti qualificate del partito di via Bellerio, e il messaggio è chiarissimo: a un mese dal rinnovo dei Consigli di amministrazione, è il momento di cominciare a discuterne.

Tutto tace in zona Fratelli d'Italia, dove chiaramente si è consapevoli di essere in maggioranza e di poter giocare quella partita da favoriti. Per Forza Italia parla Maurizio Gasparri: "Il governo di centrodestra saprà gestire con equilibrio e saggezza la stagione delle nomine. Del resto, sin qui, il governo Meloni ha dimostrato di muoversi rispettando le competenze – dice il vicepresidente del Senato – Ci sono stati, in alcuni casi, dei ricambi e, in altri, conferme. Niente machete ma scelte attente e oculate. Quindi, anche in grandi gruppi, alcuni potranno essere confermati e altri potranno cedere il posto a persone che potranno ottenere risultati ancora migliori".

Poi passa all'attacco: "Abbiamo visto persone che avevano alle spalle stagioni disastrose alla guida di banche o che avevano frequentato i gazebo delle primarie della sinistra, mantenere le proprie adorate e ricchissime poltrone. Oppure abbiamo visto in altri gruppi, vedi l’Eni, approdare direttamente dal Parlamento dirigenti e parlamentari del Pd. Vicende veramente criticabili. Come nella Rai, dove assistiamo anche ai programmi a favore della malaria e contro le bonifiche. Che altro dovremmo vedere? – chiede Gasparri – Insomma si lasci il governo fare le scelte che gli competono, rispettando qualità e meriti, ma senza epurazioni e senza immobilismi. Altrimenti la sinistra dovrebbe continuare a governare a vita pur perdendo le elezioni?".

La questione coinvolge circa sessanta Cda di controllate pubbliche, su cui la Lega vuole cominciare a ragionare per non farsi trovare indietro. È probabile che prima di marzo non si apra nessun tavolo tecnico, nonostante le pressioni del Carroccio. E se Meloni decidesse di seguire il metodo Draghi e tagliare fuori i partiti dalle decisioni? Partita nella partita, poi, è quella della Rai. La presidente del Consiglio ha frenato le ire – in primis dei suoi – di chi voleva la testa di Fuortes.

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