La mozione di Giorgia Meloni per riconoscere lo Stato palestinese, nel 2015

Nel 2015, quando Fratelli d'Italia era un partito di opposizione al governo Renzi, la stessa Meloni firmò insieme agli altri esponenti di FdI una mozione parlamentare che spingeva per il riconoscimento dello Stato di Palestina, a certe condizioni. Il tema dello Stato palestinese è tornato oggi al centro del dibattito europeo, e italiano, dopo la mossa del presidente francese Emmanuel Macron, che ieri ha annunciato ufficialmente l'intenzione di riconoscere la Palestina.
Giorgia Meloni ha chiarito che secondo lei al momento il riconoscimento sarebbe "controproducente", perché prima deve nascere uno Stato palestinese vero e proprio, che al momento per Meloni non esiste nei fatti, e solo dopo si può procedere a riconoscerlo. La richiesta fatta da FdI al governo di dieci anni fa era: "Giungere in tempi rapidi all’obiettivo del riconoscimento dello Stato palestinese", a condizione di "reciprocità con Israele, quindi in accordo bilaterale".
Cosa diceva la mozione di Meloni e Fratelli d'Italia per il riconoscimento della Palestina
Il testo della mozione è ancora disponibile sul sito personale di Meloni, e riportato dal portale della Camera. Il 27 febbraio del 2015, a Montecitorio l'allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni svolse un'informativa sulla politica estera. Nell'estate precedente l'esercito israeliano (poi accusato dall'Onu di crimini di guerra, così come Hamas) aveva attaccato la Striscia di Gaza causando 1.462 vittime civili in un mese e mezzo, di cui circa un terzo minorenni (2.200 in tutto le vittime palestinesi). I gruppi armati di Gaza avevano risposto sparando migliaia di razzi e causando 73 vittime israeliane in tutto, di cui sette civili.
Alla Camera, dopo un lungo dibattito politico a livello nazionale, arrivavano diverse mozioni sulla Palestina. Quella di Fratelli d'Italia segnalava con "preoccupazione" che i conflitti internazionali avevano portato a un "arretramento delle prospettive di un’intesa capace di mettere fine alle storiche ostilità israelo-palestinesi", e che la "vera premessa per il riconoscimento dello Stato palestinese" era una "pace duratura".
Il testo di FdI affermava che "riconoscere unilateralmente uno Stato che si fondi nel Movimento di Resistenza islamica Hamas" avrebbe significato delegittimare "il principio del negoziato tra israeliani e palestinesi", necessario "per la creazione di un effettivo Stato della Palestina". Sarebbero servite, però, "iniziative politiche utili a indurre le parti a riaprire il negoziato e a rendere concreta la possibilità di riconoscere non solo due popoli, ma anche due stati nazionali distinti". Sospendendo anche "la requisizione di nuove terre" e la "costruzione di nuovi insediamenti coloniali" da parte di Israele.
La priorità, per Meloni e gli altri esponenti del partito, era la "ripresa urgente del dialogo tra le parti coinvolte". Per questo, la mozione chiedeva al governo Renzi di "sostenere la causa del dialogo" tra Israele e Palestina, anche spingendo per "un più deciso intervento dell’Onu e dell’Ue", in modo da "giungere in tempi rapidi all’obiettivo del riconoscimento dello Stato palestinese nella condizione di reciprocità con Israele, quindi in accordo bilaterale".
Come andò a finire e cosa decise il Parlamento
Alla fine, il testo di Fratelli d'Italia fu bocciato dalla Camera. Intervenuto in dichiarazione di voto, Fabio Rampelli (oggi vicepresidente della Camera) attaccò il governo, che aveva dato parere sfavorevole, dicendo che era molto simile a quello della maggioranza: "Quasi tutte" le mozioni "asseriscono che ci devono essere due Stati e due popoli, e quasi tutte asseriscono che il riconoscimento dello Stato palestinese non può prescindere dal riconoscimento reciproco di Israele da parte della Palestina", affermò.
Tra i testi presentati in Aula, erano molto diversi quelli di Lega e Forza Italia, che chiedevano di chiudere del tutto all'ipotesi del riconoscimento. Al contrario, il Movimento 5 stelle e Sinistra ecologia libertà chiesto esplicitamente di riconoscere lo Stato palestinese.
Alla fine passò la mozione del Pd, partito di governo, che impegnava l'esecutivo a "promuovere il riconoscimento" della Palestina. Una formula morbida, a cui infatti l'ambasciata israeliana a Roma reagì "positivamente", dicendosi soddisfatta che il Parlamento avesse deciso "di non riconoscere lo Stato palestinese" e avesse invece "preferito sostenere il negoziato diretto fra Israele e i palestinesi".