La Lega vuole vietare gli scioperi di lunedì e di venerdì nella stagione turistica

Nella "stagione turistica" dovrebbe essere vietato scioperare il lunedì e il venerdì. A proporlo è la Lega con uno dei suoi rappresentanti nel governo, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. Oggi Durigon si è lamentato dei "sedici scioperi generali in meno di sei mesi nel 2025, più altrettante astensioni dal lavoro plurisettoriali del comparto trasporto sempre nello stesso periodo". Non a caso la dichiarazione è arrivata oggi, nel giorno di un nuovo sciopero dei trasporti proclamato da Cub, Sgb, Adl, Cobas e altre sigle, per richiedere un aumento dei salari, più sicurezza e migliori condizioni di lavoro.
L'attacco di Durigon agli scioperi si allinea con quelli effettuati più e più volte dal ministro dei Trasporti e suo segretario di partito, Matteo Salvini. In passato il leader del Carroccio ha precettato più volte gli scioperi previsti nel suo settore di competenza, e ha detto di voler cambiare le leggi a riguardo per limitare il diritto a scioperare.
Durigon ha comunque rivolto la sua polemica ai sindacati: "La rabbia per la solidità del governo e la sconfitta ai referendum non giustificano l'accanimento di alcuni sindacati di sinistra contro gli italiani, a maggior ragione nel periodo estivo", ha detto. "È necessario impedire gli scioperi i venerdì e i lunedì, almeno nella stagione turistica".
La nota diffusa dal sottosegretario parlava di un "pacchetto salva-vacanze per liberare gli italiani", ma non ha specificato se ci sia una proposta concreta in arrivo, se arriverà sotto forma di decreto o di proposta di legge, e quali ambiti toccherà esattamente. Peraltro non ha chiarito nemmeno cosa intenda con "stagione turistica": se si dovessero considerare tutti i periodi in cui l'affluenza di turisti aumenta in Italia, si parlerebbe di limitare il diritto di sciopero per mesi e mesi ogni anno.
In più, Durigon ha detto che bisognerebbe introdurre "l'obbligo di comunicare l'adesione individuale alla mobilitazione 24 ore prima". Un altro modo per limitare e scoraggiare l'affluenza alle manifestazioni di lavoratori e lavoratrici. Perché, ha insistito, è "necessario trovare un equilibrio tra il diritto di contestare il centrodestra e il diritto degli italiani di viaggiare, senza paralisi causate perfino da sindacati minoritari".
La Lega, con Salvini e ora con Durigon, è il partito che si è schierato più duramente contro gli scioperi. Il vicepremier aveva detto alla fine dello scorso anno che era intenzionato a "rivedere la normativa", perché "il diritto allo sciopero è di tutti ed è in Costituzione", ma "se devi fare uno sciopero al giorno, vuol dire che lo strumento in sé oggi non funziona più". Più volte, il ministro ha detto che al diritto allo sciopero si oppone il "diritto al lavoro, alla salute e alla mobilità dei cittadini" che rimangono bloccati. Non a caso, lo stesso Salvini ha fatto ricorso più volte alla precettazione, a volte anche in modo illegale, come ha confermato il Tar del Lazio.