La Lega vuole l’euro solo al Nord. Al sud un’altra moneta

L'obiettivo non può che essere quello di guadagnare consensi tra i militanti ancora scottanti dallo scandalo dei rimborsi elettorali che ha travolto la Family. Il senso dell'iniziativa presentata dalla Lega 2.0 di Maroni coinvolge infatti «tutto il territorio dove siamo presenti». Stamani, il Carroccio ha depositato in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare ed ha annunciato una raccolta di firme per un referendum consultivo per la «rifondazione di un'Unione Europea democratica e federale basata sui Popoli e sulle Regioni, per l'adesione all'area euro limitata ai territori che rispettano il pareggio di bilanci». In parole povere, l'obiettivo è quello di lasciare il nord Italia dentro la moneta unica, tenendo fuori il Sud che, secondo i calcoli leghisti, sarebbe in deficit. Lo ha annunciato il segretario della Lega, in una conferenza stampa coi capigruppo di Camera e Senato, Gianpaolo Dozzo e Federico Bricolo. Il referendum, da abbinare alle prossime elezioni politiche, «è l'unico modo – dice Maroni – per evitare il default ed aiutare sia il Nord che il resto del Paese. L'eurozona così la ridisegnata anche il Financial Times mettendo insieme le macroregioni europee».
Maroni , però, si dimentica che questo ipotetico referendum anti-Meridione va contro la Costituzione. Precisamente contro l'articolo 5, che inizia con le testuali parole: "La Repubblica, una e indivisibile…". «Questo è vero – risponde Maroni ai giornalisti che glielo fanno notare – e infatti noi chiederemo agli italiani anche di poter modificare la Costituzione per poterle attuare». In ogni caso, il segretario afferma fa che «il nostro quesito fa riferimento all'adesione ai Trattati europei». E in ottica europea, spiega che la Lega Nord punta a «fare come la Csu in Baviera». «La Lega Nord può diventare il partito egemone del Nord. L'obiettivo della mia segreteria è che la Lega diventi la Csu del Nord».