video suggerito
video suggerito

La Camera approva decreto Ilva: scudo giudiziario e proroga del prestito statale al 2018

Il decreto passa ora a Palazzo Madama per l’approvazione definitiva, che dovrà avvenire entro il prossimo 8 agosto.
A cura di Charlotte Matteini
7 CONDIVISIONI
ilva12

Montecitorio ha approvato con 258 sì il decreto Ilva, che- dovesse venire approvato anche in Senato – sancirebbe l'entrata in vigore di numerosi cambiamenti per l'amministrazione dell'azienda siderurgica tarantina, come ad esempio il differimento dei tempi di cessione, la possibilità per Arpa Puglia di fare assunzioni in deroga rispetto ai limiti imposti per la PA, il posticipo della restituzione del prestito da 400 milioni concesso dallo Stato al 2018, l'introduzione di una sorta di "scudo giudiziario" per gli acquirenti e affittuari dell'Ilva che saranno scelti. Il decreto passera quindi ora a Palazzo Madama, che prevedibilmente difficilmente apporterà dei cambiamenti al testo, perché nel caso lo facesse, non ci sarebbe tempo materiale per rimandarlo alla Camera per un'ulteriore votazione, essendo il decreto Ilva in scadenza il prossimo 9 agosto. 

Il nuovo decreto Ilva, il decimo presentato da dicembre 2012 a oggi, ha sollevato molteplici polemiche politiche, una su tutte il mancato rientro dei 400 milioni di euro concessi in prestito dallo Stato all'amministrazione commissariale. La domanda posta da molti onorevoli era molto semplice: come verrà compensato dalla Cassa per i servizi energetici questo mancato incasso, dato che il prestito verrà prorogato fino al 2018? In un primo momento l'Autorità per l'energia elettrica aveva paventato il rischio di un aumento delle bollette dell'energia, ma dopo le polemiche e la smentita del viceministro dello Sviluppo Economico Teresa Bellanova, era stato chiarito che l'aumento per imprese e famiglie si sarebbe concretizzato solo se il prestito non fosse stato restituito a scadenza, quindi nel 2018.

Secondo la relatrice del decreto Cristina Bargero del Partito Democratico "la norma ha natura temporanea e prevede che il rimborso dell'importo sia effettuato dal 2018, come anche la Cassa per i servizi energetici ha ribadito in audizione alle commissioni della Camera". Per questo motivo la restituzione dei 400 milioni oltre i tempi inizialmente previsti "non comporterà dunque alcuna variazione degli importi in bolletta". Inoltre, ha chiarito l'onorevole Bargero, "l'importo utilizzato per le bonifiche ambientali potrebbe essere coperto con i soldi derivanti dalle azioni di rivalsa per i danni ambientali e sanitari cagionati dai Riva, attualmente bloccati dal Tribunale di Bellinzona".

L'altra accesa polemica ha invece coinvolto l'introduzione di uno scudo giudiziario illumitato prevista per i futuri affittuari e acquirenti dell'Ilva, scudo che prevede la protezione dalle responsabilità penali connesse all'attuazione del piano ambientale. Le polemiche vertevano soprattutto sulla durata illimitata del provvedimento, considerata illegittima e inaccettabile anche da alcuni membri della maggioranza, e che pertanto è stato modificato approntando una data di scadenza allo scudo Ilva: non oltre dicembre 2018. Da quella data in poi, i futuri affittuari o proprietari di Ilva torneranno a sottostare al regime giudiziario ordinario.Per quanto riguarda la proroga dei contratti di solidarietà per i lavoratori dell'Ilva, che i sindacati premevano perché fosse inserita nel decreto approvato oggi dalla Camera, niente da fare: se ne parlerà con la prossima legge di stabilità.

Durante la discussione alla Camera, il presidente deputati del Partito Democratico Ettore Rosato ha postato sulla sua pagina Facebook un messaggio a favore del mantenimento in attività dell'Ilva: "Sono oltre 12.000 i lavoratori impiegati nello stabilimento Ilva di Taranto: il più grande complesso siderurgico in Europa. Tra quegli altoforni è stata scritta la storia dell'acciaio in Italia, ma ora quell'azienda un tempo così robusta, paga il prezzo della crisi, della globalizzazione e di scelte industriali sbagliate. Chiudere Ilva è impensabile e sarebbe una scelta strategicamente sbagliata per il nostro Paese, di cui avrebbero pagato il prezzo i lavoratori. Inoltre solo garantendo la prosecuzione dell'attività economica è possibile intraprendere un serio piano di risanamento ambientale: assicurare, cioè, che gli ettari di terreni e falde inquinate non si trasformino in una irrisolta e pericolosa eredità per le generazioni future".

Di parere diametralmente opposto il deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto, che durante le dichiarazioni di voto ha commentato: "Oggi, con questo provvedimento scellerato, assistiamo alla nascita del ‘diritto ambientale degli affari'. Un nuovo agglomerato normativo creato da quella stessa maggioranza finto-ambientalista che ha varato con tanta enfasi i reati ambientali e che oggi offre ai portatori di grandi interessi la licenza di uccidere l'ambiente. Qui si sancisce la rinuncia all'obbligatorietà dell'azione penale in virtù di una immunità penale totale per una pluralità di soggetti che non dovranno rispondere neppure di danni alla salute e alla sicurezza dei lavoratori".

7 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views
Immagine

Iscriviti a Evening Review.
Ricevi l'approfondimento sulle news più rilevanti del giorno

Proseguendo dichiari di aver letto e compreso l'informativa privacy