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La Bce potrebbe tagliare i tassi di interesse a partire da giugno: cosa cambierebbe

Nulla è stato ancora stabilito, ma a giugno la Bce potrebbe decidere di interrompere il ciclo di aumenti continui dei tassi di interesse e dare il via a una politica monetaria meno restrittiva.
A cura di Annalisa Girardi
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Nulla è stato ancora deciso, ma se le previsioni dovessero essere confermate la Banca centrale europea potrebbe decidere di tagliare i tassi di interesse a partire dal prossimo giugno. Dopo i continui rialzi, nel tentativo di contrastare l'inflazione, gli economisti di Francoforte adesso ragionano su politiche monetarie meno restrittive. E la presidente della Bce, intervenendo a una conferenza, conferma che se le stime sull'inflazione verranno confermate nei prossimi mesi, si potrà ragionare sulla possibilità di abbassare i tassi.

"Anche se l'inflazione è diminuita, l'incertezza sulla sua persistenza è rimasta. Entro giugno arriverà una nuova serie di proiezioni che confermeranno se il percorso dell'inflazione previsto nelle previsioni di marzo rimanga valido. In tal caso saremo in grado di passare alla fase di riduzione del nostro ciclo di politica monetaria e rendere la politica meno restrittiva", spiega Lagarde. Per poi sottolineare che comunque, anche dopo giugno, "ci sarà un periodo nel quale dovremo continuamente confermare che i dati supportano le prospettive d'inflazione".

Insomma, l'incertezza è ancora elevata e la Bce prima di cominciare a tagliare i tassi vuole che il percorso di disinflazione sia ulteriormente avviato. "Dopo la nostra ultima riunione del Consiglio direttivo ho affermato che, per quanto riguarda i dati che rilevano per le nostre decisioni di politica monetaria, sapremo qualcosa in più entro aprile e molto di più entro giugno", aggiunge la presidente della Banca centrale, con particolare riferimento alla crescita delle retribuzioni, ai profitti aziendali e alla crescita della produttività.

Insomma, Lagarde conferma in sostanza giugno come primo mese possibile in cui sarà possibile interrompere il ciclo di aumenti sui tassi di interesse iniziato nel 2022, che da allora ha aiutato a contenere la crescita dell'inflazione da un lato, ma ha anche pesato molto su famiglie e imprese che richiedevano mutui e prestiti.  Con il taglio, chiaramente, diventerà meno oneroso chiedere in prestito del denaro dagli istituti di credito e anche le rate dei mutui a tasso variabile diventeranno meno salate.

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