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L’appello di Di Maio ai vicepresidenti delle Camere: “Rinunciate al doppio stipendio”

Il capo politico del M5s Luigi Di Maio rivolge un appello a tutti i componenti degli uffici di presidenza di Camera e Senato: “Spogliatevi dei privilegi, rinunciate al doppio stipendio”. Di Maio chiede anche agli esponenti di altri partiti di seguire l’esempio di Roberto Fico e dei parlamentari pentastellati eletti negli uffici di presidenza.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dopo l’elezione di presidenti, vicepresidenti, segretari e questori della Camera dei deputati e del Senato, il capo politico del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio rivolge un appello a tutti i componenti degli uffici di presidenza dei due rami del Parlamento, chiedendo loro di rinunciare al doppio stipendio. Di Maio parte dalla decisione di Roberto Fico, neoeletto presidente della Camera, di rinunciare all’indennità di funzione e chiede: “Vorrei estendere a tutti gli altri componenti degli uffici di Presidenza di Camera e Senato l'invito a fare altrettanto. Spogliatevi dei privilegi! Rinunciate al doppio stipendio!”.

Secondo Di Maio una scelta di questo genere può riavvicinare gli italiani alla politica: “I cittadini devono tornare ad innamorarsi e ad appassionarsi della cosa pubblica e passi come questo vanno esattamente nella direzione del cambiamento indicato dai cittadini con il voto del 4 marzo. Lo step successivo sarà l'eliminazione dei vitalizi, una questione che il MoVimento 5 Stelle porrà subito negli uffici di Presidenza e dove spero che ci sia unanimità nell'abolizione di questi assurdi privilegi. La Terza Repubblica sarà la Repubblica dei cittadini e l'eliminazione di questi sprechi è il primo, necessario atto concreto che dobbiamo realizzare”.

Come detto, il capo politico del MoVimento espone il suo appello proprio partendo dall’elezione degli uffici di presidenza di Camera e Senato: “Tutti gli eletti del MoVimento 5 Stelle hanno mantenuto la parola data e hanno rinunciato completamente al doppio stipendio che spetterebbe a chi assume queste cariche. In primis Roberto Fico, il primo presidente della Camera a rinunciare a oltre 4.000 euro al mese di stipendio, poi Maria Edera Spadoni e Paola Taverna (vicepresidenti di Camera e Senato), Riccardo Fraccaro e Laura Bottici (questori di Camera e Senato), infine Azzurra Cancelleri, Mirella Liuzzi, Carlo Sibilia, Vincenzo Spadafora, Gianluca Castaldi, Michela Montevecchi, Sergio Puglia e Giuseppe Pisani (segretari di presidenza di Camera e Senato). Si tratta grosso modo di un paio di milioni di euro fatti risparmiare alle casse dello Stato. Un piccolo gesto, ma un grande significato. Serve a dimostrare che il Parlamento non è più il simbolo della casta”.

Secondo Di Maio è proprio grazie a questa scelta del M5s che anche gli esponenti di altre forze politiche hanno seguito l’esempio: “Questo seme di normalità nelle Istituzioni sta già dando i suoi frutti. Mara Carfagna, vicepresidente della Camera di Forza Italia, ha annunciato che ha ‘deciso di devolvere la mia indennità per sostenere le battaglie in cui credo: per le donne, per i minori, per la famiglia, per i disabili’, Ettore Rosato, vicepresidente della Camera del Pd sta ‘pensando di devolvere alla mia città, Trieste, la mia quota o di rinunciare del tutto’. Se alle parole seguiranno i gesti concreti, come noi abbiamo già fatto, si tratta di un segnale importante perché grazie al nostro esempio sta passando l'idea di un nuovo modo di fare politica. E di questo siamo felici e orgogliosi”.

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