Jobs Act, Renzi incontra sindacati e imprese: “Sorprendenti punti di intesa”

UPDATE: Renzi: "Sì al dialogo, ma non veti. Dal Pd non temo agguati" – "Siamo assolutamente disponibili alle opinioni di chiunque, l’importante è che si vada avanti. Miglioriamo se c’è da migliorare ma il Paese deve cambiare e non ci faremo bloccare da veti o opinioni negative", lo ha spiegato Matteo Renzi al termine dell'incontro coni sindacati e le parti sociali oggi a Palazzo Chigi. Il Premier ha fatto capire che non intende farsi intrappolare in una trattativa infinta né con i sindacati né con i partiti e per questo il Governo ha posto la questione di fiducia sul Jobs Act in Parlamento. "I sindacati ci hanno chiesto la possibilità di dialogo e l’abbiamo dato. La questione della fiducia invece attiene ai lavori parlamentari. È chiaro che avendo promesso di fare le riforme, le faremo e le stiamo facendo" ha dichiarato infatti il Presidente del Consiglio. Sulla tenuta del suo partito di fronte all'ennesimo ricorso alla fiducia in Aula, Renzi si è detto sicuro. "Domani si voterà la fiducia sul Jobs act e sono convinto che sia naturale che tutti nel Pd votino come sempre accaduto, non temo agguati" ha sottolineato il Premier, aggiungendo però: "Ove ci fossero li affronteremo".
UPDATE: Camusso gela Renzi: "Nessuna novità". "Confermiamo il giudizio negativo sul modo in cui si sta proponendo l'intervento sul lavoro e troviamo tutte le conferme della necessità della manifestazione del 25 ottobre". Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha gelato il Premier Renzi al termine dell'incontro a Palazzo Chigi sul Jobs Act. "L'unica vera novità è l'indicazione del fatto che potranno esserci altri incontri di cui il primo in calendario è quello sulla legge di stabilità il 27 ottobre" ha spiegato Camusso, aggiungendo: "Dal punto di vista dei contenuti sono state ripetute cose note che non determinano un cambiamento della valutazione data sia sulle scelte fatte che sul jobs act". "Registriamo una disponibilità del premier a discutere sulla rappresentanza sindacale ma su tutto il resto non abbiamo registrato una disponibilità" ha proseguito la numero uno della Cgil, concludendo: "Confermiamo il totale dissenso sulle modifiche all'articolo 18 e sul demansionamento". Più disponibili invece Cisl e Uil. "Abbiamo riscontrato una disponibilità al confronto: avere la certezza che sui temi di lavoro, contrattazione e rappresentanza si dialoga con il sindacato lo vediamo come valore aggiunto» ha dichiarato infatti il segretario generale aggiunto della Cisl, Anna Maria Furlan, aggiungendo: "Il fatto di avere una data sulla legge di stabilità e gli incontri con Poletti sulla delega lavoro e decreti attuativi può rappresentare un momento di svolta nel rapporto tra governo e parti sociali". Gudizio ribadito dal leader Uil, Luigi Angeletti: "Oggi Renzi ha fatto una scelta simbolicamente diversa in discontinuità con quella dei mesi precedenti. La valutazione è che forse, siamo in presenza di un cambiamento, di un atteggiamento del governo diverso verso le forze sociali".
UPDATE: 1,5 miliardi per ammortizzatori sociali – Articolo 18 per casi di discriminazione e ulteriori risorse nella legge di stabilità per gli ammortizzatori sociali. Sono questi i punti illustrati dal Premier Matteo Renzi nel corso dell'incontro con i sindacati a Palazzo Chigi. Come hanno raccontato alcuni dei partecipanti alla riunione, durante il suo intervento Il Presidente del Consiglio ha assicurato che i nuovi ammortizzatori sociali potranno contare su 1,5 miliardi di euro aggiuntivi che saranno stanziati nella legge di stabilità che già prevede 2 miliardi per la riduzione delle tasse sul lavoro. La tutela del reintegro previsto dall'art.18 dello Statuto dei lavoratori per i licenziamenti ingiustificati invece resterà per quelli discriminatori ma anche per i disciplinari "previa specifica delle fattispecie". Nel suo breve intervento il Premier inoltre ha invitato a "salvare gli stabilimenti di Termini, Terni e Taranto". "Ci sono tre stabilimenti da salvare urgentemente, Termini Imerese, l'Ilva di Taranto e l'Ast di Terni, sono le tre T di cui bisogna subito occuparsi insieme" ha dichiarato infatti il presidente del Consiglio prima di elencare i temi della discussione: salario minimo, rappresentanza e contrattazione decentrata, oltre ovviamente all'articolo 18 e al Tfr in busta paga. Renzi ha anche assicurato che il bonus fiscale degli 80 euro ai lavoratori dipendenti sarà strutturale a partire dal 2015. "Stiamo studiando le modalità tecniche" ha spiegato il premier Matteo Renzi ai sindacati. Un nuovo incontro tra Governo e sindacati è stato fissato per il 27 ottobre. In quella data l'appuntamento è con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan per discutere della legge di stabilità. È previsto inoltre un nuovo incontro anche con il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in data da stabilire.
Importante appuntamento oggi per il Premier Matteo Renzi, impegnato in delicatissimi colloqui con le parti sociali per la riforma del lavoro, il cosiddetto Jobs Act. L'incontro con i rappresentanti dei lavoratori come da programma è iniziato intorno alle 8 nella sala verde di Palazzo Chigi. Il premier ha fissato la durata dell'incontro in non più di sessanta minuti. In effetti la tabella di marcia della giornata prevede un ritmo molto serrato anche perché, subito dopo i sindacati, al tavolo di Palazzo Chigi per discutere della riforma del lavoro ci saranno anche i vertici di Confindustria. Ai due appuntamenti sono presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti, dell'Economia Pier Carlo Padoan, e il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia. Per i sindacati sono stati invitati i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Susanna Camusso, Annamaria Furlan, Luigi Angeletti e Geremia Mancini. Per il mondo delle imprese invece ci saranno i delegati di Confindustria, Rete imprese Italia e Alleanza delle cooperative.
I temi del jobs act
In particolare durante il faccia a faccia si discuterà di rappresentanza sindacale, salario minimo e contrattazione decentrata, ma anche di articolo 18 e riduzione della pressione fiscale sul lavoro. Dopo la decisione della fiducia sul Jobs Act l'appuntamento comunque non si prevede facile anche perché i sindacati puntano a modifiche sostanziali dell'impianto della riforma del lavoro. I commenti della vigilia del resto non sono dei migliori. "Mi viene in mente il titolo di una canzone: un’ora sola ti vorrei" ha dichiarato ad esempio ironicamente il segretario della Cgil, Susanna Camusso commentando la decisione del Governo di un incontro di un'ora. "Come sempre siamo pronti al confronto e altrettanto siamo pronti al conflitto per cambiare scelte non condivise" ha avvertito Camusso, ricordando che "La Cgil i conferma e rafforza la manifestazione del 25 ottobre perché se il Governo continua con le politiche annunciate è inevitabile proseguire la mobilitazione".
I sindacatai sul piede di guerra
La Cisl dal suo canto considera la convocazione di Renzi "importante" ma si augura che il Governo "cambi strada e registro" nelle politiche per il lavoro. No anche al Tfr in busta paga perché "è un’operazione che servirà solo a far entrare nelle casse dello Stato cinque miliardi" ha spiegato Bonanni, aggiungendo: "Se Renzi ha a cuore i lavoratori dettassi la liquidazione riscossa dal lavoratore prima della fine del rapporto lavorativo”. "Chiederemo al Governo delle politiche economiche del nostro Paese. Noi vorremmo che Renzi non fosse solo solidale con Hollande, ma ne seguisse anche l’esempio circa lo sforamento del 3% nel rapporto deficit/pil" ha dichiarato invece il segretario generale aggiunto della Uil, Carmelo Barbagallo.