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Irruzione Polizia a scuola durante dibattito su cannabis, Meglio Legale: “Studenti non sono narcos”

Irruzione a scuola da parte della Polizia, durante un dibattito sulla cannabis. Alcuni studenti di un istituto di Piazza Armerina (Enna) sono stati identificati. L’associazione Meglio Legale: “Inaccettabile atto intimidatorio. Gli studenti erano impegnati in quello che è il primissimo esercizio di democrazia di giovani cittadine e cittadini nel nostro Paese: l’assemblea di istituto”.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'irruzione della polizia in una scuola superiore di Piazza Armerina, in provincia di Enna, l'Istituto del comprensivo I.I.S Majorana Cascino, ha provocato una reazione di sdegno da parte di tantissimi studenti. Lo scorso 1 marzo le forze dell'ordine sono entrate a scuola mentre era in corso un dibattito autorizzato, e organizzato da mesi, sulla cannabis legale, per contrastare fenomeni di criminalità. Ospite e relatore dell'incontro, invitato dall'istituto e dai ragazzi, era Pierluigi Gagliardi, responsabile advocacy dell'associazione Meglio Legale.

L'appuntamento, concordato anche con la preside Lidia Gangi, aveva l'obiettivo di fare informazione sul tema della cannabis e della sua regolamentazione. L'ispezione della Polizia, che ha provveduto all’identificazione dei rappresentanti d’istituto, è stata chiesta dalla Questura di Enna. Non si capisce ancora da chi sia partita però la segnalazione, le forze dell'ordine non lo hanno specificato alla dirigente scolastica: potrebbe essere comunque un soggetto esterno alla scuola.

Al momento dell'incursione Pierluigi Gagliardi di Meglio Legale era collegato via Zoom, e stava illustrando ai ragazzi delle slides informative. Gagliardi non si è subito accorto di quello che stava accadendo a scuola, e solo pochi minuti dopo l'associazione è stata allertata telefonicamente dagli studenti e dalla preside. Per Meglio Legale si tratta di un episodio assolutamente inedito, perché l'associazione è abituata a tenere questi incontri nelle scuole superiori e nelle università, ne organizza circa un centinaio all'anno, alla presenza di scienziati e ricercatori, ma un episodio del genere non si era mai verificato. Come risposta i ragazzi di altre scuole nella giornata di ieri hanno contattato Meglio Legale, chiedendo di organizzare altri dibattiti nei loro istituti: sono arrivate richieste da Monza, Cagliari e Trieste.

L'appello di Meglio Legale: "Atto intimidatorio"

L'associazione ha lanciato un appello sui social, facendo partire una raccolta firme: "L’arrivo di agenti della Polizia durante un’assemblea sulla legalizzazione della cannabis organizzata da Meglio Legale nell’istituto Majorana-Cascino, a Piazza Armerina in provincia di Enna, è stato un inaccettabile atto intimidatorio. Gli studenti erano impegnati in quello che è il primissimo esercizio di democrazia di giovani cittadine e cittadini nel nostro Paese: l’assemblea di istituto. Un diritto garantito dalla legge italiana e dallo Statuto delle studentesse e degli studenti".

"Mandare le forze dell'ordine nelle scuole non è un novità, purtroppo. Ogni giorno negli istituti italiani vengono svolti controlli antidroga, nell’ambito di un progetto chiamato “Scuole sicure”. Un progetto che è costato circa 10 milioni di euro solo negli ultimi 3 anni e che ha ottenuto scarsissimi risultati. Gli studenti non sono narcos e le forze dell'ordine dovrebbero inseguire i grandi trafficanti, non ragazzi e ragazze".

L'interrogazione parlamentare di Davide Faraone (Iv)

Il deputato di Italia viva, Davide Faraone, ha presentato ieri un'interrogazione parlamentare a risposta scritta al ministro dell'Istruzione Valditara e il ministro dell'Interno Piantedosi.

"Nonostante l’assemblea fosse regolarmente autorizzata dalla dirigenza scolastica – scrive Faraone nel testo – questa è stata interrotta dall’intervento della polizia, che ha identificato le persone presenti, inclusi gli studenti; la consulta provinciale che ha organizzato, assieme agli studenti della scuola, detta assemblea è un organismo elettivo disciplinato dall’articolo 6 del DPR 567/1996 che ha tra i suoi compiti quello di “assicurare il più ampio confronto fra gli studenti di tutte le istituzioni di istruzione secondaria superiore della provincia” e quello di “collaborare con gli organi dell'amministrazione scolastica per la realizzazione di progetti di attività informativa e di consulenza intesi alla prevenzione e cura delle tossicodipendenze”", scrive ancora Faraone.
"L’unico soggetto deputato a intervenire “in caso di violazione del regolamento o in caso di constatata impossibilità di ordinato svolgimento dell’assemblea” è il dirigente scolastico, che nel caso in questione, secondo quanto riportato ad esempio dal quotidiano “La Sicilia”, avrebbe al contrario personalmente rassicurato un ispettore di Polizia del regolare svolgimento della assemblea in corso; il citato ispettore, riferisce sempre “La Sicilia”, avrebbe detto alla dirigente scolastica che l’ intervento era scaturito da una non meglio precisata “segnalazione arrivata da Enna”, il che lascerebbe immaginare che molto probabilmente la segnalazione potrebbe essere arrivata da un soggetto estraneo alla scuola".

Il parlamentare domanda quindi al ministro "se ritenga opportuno che le forze dell’ordine intervengano per impedire agli studenti di esercitare i propri diritti sanciti dalla Costituzione, dallo Statuto delle studentesse e degli studenti e da numerose norme quali quelle citate in premessa; quali azioni voglia intraprendere nei confronti di chi è intervenuto con un atto intimidatorio nonostante le rassicurazioni della dirigente preposta a vigilare sul regolare andamento delle attività scolastiche e per evitare che possibili abusi di analoga natura si ripetano in futuro; per quale ragione l’ispettore che ha agito nella scuola di Piazza Armerina non si sia fidato delle rassicurazioni ricevute dalla dirigente scolastica; se le forze dell’ordine siano intervenute con un atto così evidentemente sproporzionato a seguito di una segnalazione anonima ovvero, come più probabile, per la segnalazione di una persona che è stata adeguatamente identificata e in questo caso chi abbia sollecitato l’intervento della polizia; se possa escludere che chi ha chiesto l’intervento possa essere una personalità con ruoli politici e/o istituzionali e quindi se questo non si configuri come atto di intimidazione o abuso".

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