Berlusconi attacca: “Contro di me omicidio politico, ricordatevi di Fini”

Silvio Berlusconi è tornato a parlare, nel corso di una lunga intervista concessa all’Huffington Post, del Governo, della questione relativa alla sua decadenza, del partito e della legge di stabilità. Un’intervista attraverso la quale il Cavaliere sembra replicare a quanto detto nel pomeriggio di ieri dal segretario del Pdl e vicepremier Angelino Alfano, il quale aveva parlato della necessità di sostenere l’esecutivo anche in caso di decadenza dell’ex premier. “Come può pretendere il Pd che i nostri senatori e i nostri ministri continuino a collaborare con chi, violando le leggi, compie un omicidio politico, assassina politicamente il leader dei moderati?”, ha affermato Berlusconi il quale ha nominato anche l’alleato di un tempo Gianfranco Fini. “A loro dico: se si contraddicono i nostri elettori, non si va da nessuna parte. Anche Fini e altri ebbero due settimane di spazio sui giornali, ma poi è finita come è finita”, ha detto ancora il Cavaliere invitando così i suoi a non commettere errori “che li segnerebbero per tutta la vita”. Insomma, Berlusconi chiede lealtà, sia sulla questione relativa alla sua decadenza da senatore che sulla legge di stabilità.
Cambiare profondamente la legge di stabilità – In merito alla prima questione il Cavaliere si chiede come sia possibile votare la sua estromissione dal Parlamento “sulla base di una sentenza politica fondata sul nulla”: “Sulla base di una simile sentenza – spiega Berlusconi – si vuole far decadere il leader del centrodestra, applicando retroattivamente una legge costituzionalmente discutibile, calpestando lo Stato di diritto, la Costituzione e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo”. Il Cavaliere non evita di commentare anche la questione relativa al voto palese e sull’idea di rottamare il Pdl dice: “È una fantasia fondata sul nulla. Mi hanno dato anche dello sfasciacarrozze ma nel mio lavoro ho sempre fatto il contrario”. Infine la legge di stabilità: “Sono venute fuori molte misure rinunciatarie, più la sorpresa inaccettabile del ritorno mimetizzato della tassa sulla prima casa, cosa per noi assolutamente insostenibile”. Per Berlusconi si tratta dunque di una manovra che va profondamente cambiata.