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Inizia processo a Saviano, accusato di aver diffamato Meloni: Salvini vuole costituirsi parte civile

In una puntata di Piazzapulita, Saviano definì “bastardi” Meloni, Salvini e altri impegnati in campagne contro i migranti del Mediterraneo. Oggi inizia il processo, Salvini si è costituito parte civile, ma il legale di Meloni dice che si sta valutando di ritirare la querela.
A cura di Luca Pons
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È iniziato oggi il processo a Roberto Saviano, accusato di diffamazione nei confronti dell'attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni. In una puntata del programma di La7 Piazzapulita, andata in onda nel dicembre 2020, lo scrittore si era riferito a Meloni e altri chiamandoli ‘bastardi'.

Il tema della puntata di Piazzapulita erano le persone migranti e le campagne anti-immigrazione. Dopo un video che mostrava una donna disperata per aver perso il figlio di 6 mesi nel rovesciamento della barca su cui si trovavano, la frase di Saviano fu: "Vi sarà tornato alla mente tutto il ciarpame detto sulle ong: ‘taxi del mare', ‘crociere'… Tutte quelle parole spese su questa disperazione. Viene solo da dire ‘bastardi, come avete potuto?'. A Meloni, a Salvini…bastardi. Come è stato possibile, tutto questo dolore descriverlo così?".

Dopo una denuncia di Meloni, il 5 novembre 2021 il giudice per le indagini preliminari ha disposto il rinvio a giudizio. Oggi, poi, il legale di Giorgia Meloni, Luca Libra, ha affermato che la querela per diffamazione potrebbe essere ritirata. "La querela nasce dal livore utilizzato", ha dichiarato, "Io ho insegnato a mio figlio che la parola bastardo è una offesa". Comunque, "valuteremo se ritirarla".

Oggi, Saviano ha letto una dichiarazione scritta fuori dal tribunale. "Dinanzi ai morti, agli annegamenti, all'indifferenza, alla speculazione – soltanto poco più del 10% dei migranti vengono salvati dalle Ong e tanto basta per aver generato un odio smisurato verso di loro e verso i naufraghi stessi – dinanzi a quella madre che ha perso il bambino, io non potevo stare zitto. Non potevo accettarlo. E sento di aver speso parole perfino troppo prudenti, di aver gridato indignazione perfino con parsimonia".

Saviano ha continuato: "Si attaccano le Ong perché non si vogliono testimoni che raccontino questo scempio. Non smetterò mai di stigmatizzare, di analizzare, di usare tutti i mezzi che la parola e la democrazia mi concedono per smentire questo scempio quotidiano".

Matteo Salvini, leader della Lega, si è costituito parte civile nel processo. "Salvini lo avrò contro sia in questo processo sia nel processo l'anno prossimo per la frase ‘il ministro della malavita‘", ha commentato Saviano. "In aula si è detto che non dovevo fare il comizio ma io voglio solo difendermi. Credo di avere il record di giornalista, personalità, individuo più processato da questo governo".

Fuori dall'aula di tribunale, dopo l'udienza durata pochi minuti e aggiornata al 12 dicembre, Saviano ha parlato del processo dicendo che è "singolare che uno scrittore sia processato per le parole che spende, per quanto dure esse siano, mentre individui inermi continuano a subire atroci violenze e continue menzogne". Tuttavia, lo scrittore ha detto di vedere nel processo una opportunità. In particolare, l'opportunità di "esorcizzare la più subdola delle paure e cioè che avere un'opinione contraria alla maggioranza significhi avere un'opinione non legittima, e che quindi avere un problema con la maggioranza di questo Governo significhi avere un problema con la giustizia".

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