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Inchiesta per la tangente sui bus di Roma, l’imprenditore tira in ballo Alemanno
L’imprenditore Edoardo D’Incà Levis, arrestato un mese fa, parla al gip dei soldi della tangente da 600mila euro per una fornitura di 45 bus al Comune di Roma: “Erano destinati alla segreteria di Alemanno”.
A cura di
Redazione
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L'imprenditore Edoardo D'Incà Levis mette nei guai Gianni Alemanno, sindaco di Roma sul caso della tangente da 600mila euro per una commessa di quarantacinque autobus per il Comune di Roma. Levis, arrestato circa un mese fa, interrogato oggi dal gip di Roma Stefano D'Aprile ha sostenuto che i soldi della tangente "erano destinati alla segreteria di Alemanno". Per l'accusa l'imprenditore imprenditore italiano residente a Praga fu il mediatore per la tangente da seicentomila euro.
In serata Alemanno ha respinto ogni addebito: "Escludo nella maniera più categorica – ha affermato il sindaco di Roma – che membri della mia segreteria possano essere tra i destinatari di somme in denaro per questo o per qualsiasi altro affare".
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