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In Ungheria il caso Ilaria Salis diventa politico: per l’estrema destra dovrebbe andare ai lavori forzati

La vicenda di Ilaria Salis diventa un caso politico anche in Ungheria. Laszlo Toroczkai, leader di un partito di estrema destra ungherese che si chiama “Patria nostra”, ha commentato: “Trovo ributtante il fatto che nella vicenda dell’Antifa terrorista italiana pure la premier Meloni abbia chiamato Orban”.
A cura di Annalisa Girardi
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Il ministero della Giustizia è al lavoro a una relazione sul caso di Ilaria Salis. Un tentativo di dare garanzie all'Ungheria, assicurando la "massima sicurezza" qualora alla donna, detenuta in un carcere di Budapest, venissero concessi gli arresti domiciliari in Italia. Lo riportano oggi Corriere della Sera e Repubblica, spiegando che questa relazione sarebbe poi messa a disposizione della difesa, che continua a trattare per portare la connazionale nel nostro Paese. I giudici ungheresi hanno già rigettato tre istanze, affermando che ci sarebbe un pericolo di fuga. Per questa ragione i legali starebbero pensando anche a misure aggiuntive – come il braccialetto elettronico, vigilanza e il massimo impegno per farla partecipare a tutte le udienze in Ungheria – come garanzie per i giudici di Budapest.

Insomma, il governo italiano sarebbe pronto a mettere nero su bianco il proprio impegno ufficiale per assicurare all'Ungheria che la donna non si sottrarrà dal processo in cui è imputata, una volta tornata a casa. La questione della detenzione domiciliare, però, secondo i legali è complessa e difficilmente questi si potranno attuare in Italia senza che vengano prima predisposti in Ungheria.

Ieri il padre di Ilaria Salis, Roberto Salis, ha incontrato il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Che dopo il colloquio ha spiegato in una nota: "Ricordatevi che io, prima di fare il politico, sono avvocato penalista, di carcere. Quindi per me non è difficile immedesimarmi nel desiderio del padre, prima di tutto, che sia rispettata la dignità della figlia imputata". La Russa ha detto di non potersi esprimere nel merito del caso dell'insegnate lombarda, ma di farlo invece "fortemente sul diritto alla dignità della ragazza nell'esposizione delle famose catene, che ci sono in tanti Paesi e in parte anche in Italia, l'importante è che non vi sia una esibizione dei modi con cui la sicurezza viene assicurata".

In Italia, intanto, continuano le polemiche politiche. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha chiesto a tutti di abbassare i toni, sottolineando che in casi di questo tipo sia meglio non creare la bufera di polemiche e lasciare alla diplomazia fare il proprio lavoro. La vicenda, però, inizia a essere politicizzata anche in Ungheria. Laszlo Toroczkai, leader di un partito di estrema destra ungherese che si chiama "Patria nostra" ed è la terza forza politica nel Paese secondo i sondaggi, ha commentato su X: "Trovo sconcertante e ributtante il fatto che nella vicenda dell'Antifa terrorista italiana pure la premier Meloni abbia chiamato Orban deplorando che è stata portata in tribunale ammanettata. (…) Ma come doveva essere portata un pidocchio del genere? Con un bouquet di fiori? In posti normali questi soggetti non andrebbero messi in una confortevole cella, ma in campi di lavoro forzati".

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