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In Sudafrica il vertice dei Paesi Brics per competere con l’Occidente e con il dollaro e sfidare il G7

In corso in Sudafrica il quindicesimo vertice dei Paesi Brics, le economie emergenti: intervengono al summit i leader di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.
A cura di Annalisa Cangemi
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È in corso in a Johannesburg il quindicesimo summit dei Paesi Brics, a cui partecipano Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. I capi di Stato di governo sono giunti in Sudafrica per il vertice che si pone come obiettivo il rafforzamento del gruppo delle economie emergenti, con l'obiettivo primario di fare da contrappeso all'Occidente. Il prossimo vertice dovrebbe tenersi a Kazan nell'ottobre 2024, ha annunciato oggi il presidente russo Vladimir Putin: "Abbiamo in programma di tenere un vertice Brics a Kazan nell'ottobre 2024. Concorderemo le date esatte con i nostri colleghi attraverso i canali diplomatici".

Oltre ai leader di Brasile, Cina, India e Sudafrica – la Russia è rappresentata dal ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, in assenza del presidente, Vladimir Putin, che interviene da remoto – a Johannesburg sono presenti anche quelli di molti Paesi asiatici, africani e mediorientali, che mirano a far parte del gruppo: 40 Paesi sono interessati ad entrare e 23 hanno già fatto domanda.

Dal summit delle economie emergenti, che valgono circa un quarto del prodotto interno lordo mondiale, era attesa una presa di posizione in chiave anti-occidentale, in particolare sul ruolo del dollaro nelle transazioni internazionali. Si tratterebbe di un aiuto concreto alla Russia, che deve fare i conti con le sanzioni internazionali imposte per l'invasione dell'Ucraina. E infatti le prime dichiarazioni di Putin di ieri non hanno deluso le aspettative. Il presidente russo ha infatti parlato di "de-dollarizzazione", coniando un termine che racchiude il vero scopo del vertice.

Nel suo video collegamento di ieri Putin ha infatti affermato: "Il processo oggettivo e irreversibile di de-dollarizzazione dei nostri legami economici sta guadagnando slancio, si stanno compiendo sforzi per sviluppare meccanismi efficaci per accordi reciproci e per il controllo monetario e finanziario". 
Secondo il presidente russo, di conseguenza, la quota del dollaro nelle esportazioni e importazioni delle transazioni all'interno dei Brics sta diminuendo, visto che l'anno scorso ammontava solo al 28,7%.

Il presidente brasiliano Lula vede nella creazione di una moneta per i membri del Brics la possibilità di ridurre la vulnerabilità dell'unione: "La creazione di una valuta comune valida per i nostri trasferimenti commerciali e investimenti per i paesi Brics aumenterà il numero delle nostre opzioni di pagamento e ridurrà la nostra vulnerabilità", ha affermato durante la sessione plenaria di oggi.

La questione era già stata posta ieri: "Per far crescere di nuovo gli investimenti" e "assicurare più credibilità, prevedibilità e certezza legale, assieme alla certezza politica e sociale, per il settore privato, ho perorato l'idea di una grande integrazione finanziaria in cui si possa avere una nuova unità di riferimento che non rimpiazzerebbe le nostre valute nazionali", aveva detto il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva.

Una unità monetaria dei Paesi Brics faciliterebbe insomma i rapporti commerciali: "Sosteniamo un'unità di riferimento, in realtà è una valuta che è un riferimento in modo che non sia necessaria una valuta di un altro Paese. Perché – si è chiesto Lula – se faccio affari con la Cina ho bisogno di disporre di dollari?".
"Brasile e Cina – ha continuato – sono abbastanza grandi per poter fare affari nelle loro valute, o in un'altra unità di conto che sia possibile usare". Insomma, "senza negare la nostra valuta, possiamo creare una valuta da usare nel commercio estero, e al riguardo le nostre banche centrali faranno gli aggiustamenti".
"Ciò che è importante è che non possiamo dipendere da un singolo Paese che ha il dollaro, che dispone di una macchina che stampa liberamente dollari. Non è corretto, e questo è ciò di cui dobbiamo discutere nel gruppo Brics. Non si tratta affatto – ha concluso – di mettere in discussione il dollaro come tale, il biglietto verde rimarrà una valuta importante".

Secondo Putin i Brics dovranno "ampliare i loro accordi in valuta nazionale e la cooperazione interbancaria, e istituire una commissione permanente sui trasporti, che si occuperà, tra l'altro, della logistica", ha detto oggi intervenendo in video collegamento. La Russia inoltre conta sull'intensificazione della cooperazione tra i paesi Brics nel campo della ricerca ed è pronta a condividere le tecnologie, ha aggiunto il leader del Cremlino.

Gli interessi dei diversi Paesi Brics però non sempre sono sovrapponibili: mentre la Cina cerca di estendere la propria influenza per competere con gli Stati Uniti, il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, cerca di mantenere le distanze, dicendo che il Paese non vuole farsi trascinare in una gara tra grandi potenze.
"La nostra decisione di non allinearci con alcuna grande potenza globale, non significa che siamo neutrali su questioni di principio, o di interesse nazionale", ha detto alla vigilia del summit. A frenare le spinte anti-occidentali c'è anche l'India, che vuole mantenere l'impronta geo-economica della sigla, senza scendere in una deriva geopolitica, sulla spinta di Russia e Cina.

Putin: "Mosca intervenuta in Ucraina per fermare lo sterminio causato dall'Occidente"

Secondo il presidente russo è stato il desiderio dei Paesi occidentali di mantenere la loro egemonia a causare la crisi attuale in Ucraina e le azioni della Russia sono dettate solo da una cosa, cioè il tentativo di fermare una "guerra di sterminio" scatenata contro i civili da Kiev, con il sostegno dell'Occidente.

"La Russia ha deciso di sostenere le persone che lottano per la loro cultura, per le loro tradizioni e la loro lingua, per il loro futuro. Le nostre azioni in Ucraina sono dettate da una sola cosa: porre fine alla guerra scatenata dall'Occidente e dai suoi satelliti in Ucraina contro le persone che vivono nel Donbass", ha dichiarato Putin, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa russa Ria Novosti.

"Voglio notare che è stato il desiderio di mantenere la propria egemonia nel mondo, il desiderio di alcuni Paesi di mantenere questa egemonia, che ha portato a una grave crisi in Ucraina", ha affermato ancora. Per il presidente russo, "prima, con l'aiuto dei Paesi occidentali, è stato effettuato un colpo di Stato incostituzionale in questo Paese, e poi è stata scatenata una guerra contro le persone che non erano d'accordo con questo colpo di Stato. La guerra è crudele, una guerra di sterminio, per 8 anni".

Cina propone un ampliamento dei Paesi Brics

Il presidente cinese Xi Jinping ha sollecitato "un rapido ampliamento" del gruppo a nuovi Paesi e gli sforzi per promuovere "una governance globale più giusta e ragionevole".

Ieri il leader cinese aveva inaspettatamente saltato un Business forum, inviando invece il suo ministro del Commercio a tenere un discorso a suo nome. Xi, che è arrivato lunedì a Johannesburg per il vertice annuale Brics avrebbe dovuto tenere un discorso insieme ai leader di India, Brasile e Sudafrica. Ma il leader cinese non si è presentato all'evento, senza alcun annuncio o spiegazione ufficiale da parte di Pechino.

Invece, la sua dichiarazione è stata pronunciata dal ministro cinese del Commercio Wang Wentao. Nella dichiarazione, Xi ha invitato il mondo a evitare "l’abisso di una nuova guerra fredda". Senza menzionare direttamente gli Stati Uniti, nella dichiarazione si afferma che "alcuni Paesi, ossessionati dal mantenimento della propria egemonia, hanno fatto di tutto per paralizzare i mercati emergenti e i Paesi in via di sviluppo".

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