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Il ministro (e futuro commissario Ue?) Centinaio: “La spina al governo andava staccata due mesi fa”

Gian Marco Centinaio, ministro leghista dell’Agricoltura, sostiene che il Carroccio avrebbe dovuto staccare al spina al governo già due mesi fa, dopo la vittoria alle elezioni europee. Centinaio, inoltre, è uno dei due nomi (insieme a quello di Garavaglia) indicato da Salvini come possibile prossimo commissario europeo.
A cura di Stefano Rizzuti
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Nella Lega c’è chi chiede di staccare la spina al governo già da tempo. E tra questi c’è sicuramente il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio. Che in due interviste, al Corriere della Sera e a Repubblica, conferma questa posizione e non nasconde i suoi dubbi: “Non è un mistero che per me questo governo avrebbe dovuto chiudere i battenti due mesi fa. Quando i rapporti con i 5 Stelle si sono ridotti ai minimi termini. Salvini sa come la penso e lo sanno anche Conte e Di Maio. Per questo hanno chiesto la mia testa”. La spina, quindi, andava staccata “già dopo la vittoria alle europee”.

Centinaio è anche candidato a diventare il prossimo commissario italiano in Ue: i nomi fatti da Salvini a Conte sono il suo e quello di Massimo Garavaglia, come conferma lo stesso ministro dell’Agricoltura: “Salvini ha fatto il mio nome. E quello del sottosegretario all'Economia Massimo Garavaglia”. Ma c’è il rischio che la nomina di un leghista venga bocciata dal Parlamento europeo: “Sarebbe un fatto senza precedenti: il partito più votato in Europa privato del diritto di esigere un proprio commissario. Lo facciano pure, a quel punto però scateniamo la guerra”.

Centinaio è il candidato nel caso in cui all’Italia vada il commissario all’Agricoltura: “Si pensa che sia un portafoglio minore, invece è uno di quelli che ha più soldi da gestire. Per questo di solito non lo assegnano a Paesi grandi come Francia, Spagna, Italia”. L’altra ipotesi è quella della Concorrenza, forse più adatta al profilo di Garavaglia: “Non so, non ne so parlare. Non sarebbe tra i miei temi… Sottovalutate anche l'Industria”, afferma ancora. Una delega che non gli dispiacerebbe: “Matteo non ne è convinto, ma a me piace perché dentro c’è il turismo, una mia materia”. Infine, risponde ironicamente sulla sua conoscenza dell’inglese: “The pen is on the table, fin lì ci arrivo”. Forse non la migliore premessa per andare a Bruxelles.

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