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Il ministro Cingolani dice che la Cop va ripensata: “Si è arrivati a risultato con un ricatto”

Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, commenta il risultato della Cop26. E sottolinea come un compromesso tra quasi duecento Stati sia stato praticamente impossibile da raggiungere. “Il negoziato è stato un ricatto, purtroppo questo succede. L’impianto della Cop forse va ripensato”.
A cura di Annalisa Girardi
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Alla Cop26 è stato raggiunto un accordo sul contrasto ai cambiamenti climatici contestato su più fronti. Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha sottolineato come un compromesso valido per tutti gli attori in campo sia praticamente impossibile da raggiungere. E ha spiegato che alcuni Paesi pur accettando l'impegno a mantenere il riscaldamento globale sotto quota 1,5 gradi, hanno imposto di decidere loro le tempistiche per l'addio al carbone. Un atteggiamento che ha definito un ricatto, difficile però da evitare: "Alla Cop26 abbiamo ottenuto un risultato importante, sviluppato dall'Italia: tutti i Paesi, compresi Cina e India, hanno accettato di aumentare l'ambizione non più 2 gradi di riscaldamento globale a metà secolo, ma 1,5. Questo mezzo grado è fondamentale, potrebbe fare la differenza nel futuro. È il risultato buono e importante, partito dal G20, che tutti hanno firmato. Nel firmare questa cosa ci hanno detto che però la tempistica dell'abbattimento del carbone la dovevano stabilire loro: se noi avessimo detto no, facciamo i duri e puri, non avrebbero firmato, avrebbero liberalizzato ogni loro attività e cancellato ogni speranza di rimanere sotto i 2 gradi e possibilmente 1,5. Chiamiamola quindi anche una negoziazione a livello di ricatto, ma purtroppo succede questo", ha detto intervenendo a 24Mattino su Radio24.

Il ministro ha quindi affermato che "l'impianto della Cop forse va ripensato", proprio perché trovare un compromesso che soddisfi tutti e che trovi oltre un centinaio di Stati d'accordo è di fatto impossibile. Tuttavia, in merito al risultato raggiunto, Cingolani non si è detto completamente insoddisfatto. Al contrario: "Io avevo meno aspettative degli altri sulla Cop26: cosa si pensava di poter tirare fuori dal cilindro? Ma sono soddisfattissimo dell'impatto che ha avuto l'Italia con il G20 portando a 1,5 e i giovani nella discussione; sono abbastanza soddisfatto per la trasparenza e le metodologie, sono state messe regole importanti scritte e ci siamo portati dietro Cina e India sull'accelerazione all'1,5".

Un punto su cui Cingolani non si è detto per nulla contento è invece la questione delle risorse: "Sono molto insoddisfatto sulla parte finanziaria perché non sono convinto che tutti veramente abbiamo capito l'importanza della solidarietà internazionale in questo momento; sulle negoziazioni quello che è successo era nell'aria: se India e Cina avessero detto ‘no noi non giochiamo con con voi', avrebbero fatto saltare tutto", ha detto.

Sulle proteste dei giovani ambientalisti, invece: "Capisco che gli attivisti debbano tenere l'attenzione alta, ma 194 Stati che per 2 settimane si chiudono in una stanza, per trovare una soluzione, è democrazia, non è ‘bla bla bla'. Non mi pare che andare in giro per le strade a urlare e suonare sia efficace. Lasciamo perdere le polemiche, quelli che lavorano, che hanno studiato si trovano di fronte problemi di portata storica e le soluzioni non sono semplici né a portata di mano. Questa è una sfida epocale, l'umanità non ha mai dovuto affrontare una sfida del genere: attenzione a non semplificare troppo da una lato e dall'altro a non avere troppe aspettative".

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