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Il Ministero del Lavoro: “Il Reddito di Inclusione spetta anche ai rifugiati”

Il Ministero chiarisce che è un diritto costituzionale dei rifugiati ricevere l’assegno per il contrasto alla povertà, istituito dal Governo Gentiloni. Dal prossimo primo luglio potrà essere riconosciuto anche ai migranti che sono arrivati in Italia da soli.
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Il Ministero del Lavoro ha stabilito che il Reddito di Inclusione varato dal Governo Gentiloni può essere riconosciuto anche ai rifugiati. Scrivendo all’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, il Ministero conferma che i “titolari di protezione internazionale” cioè i rifugiati e le persone aventi diritto a protezione sussidiaria, cioè che rischierebbero la vita se fossero rimpatriati, hanno diritto al Rei. Il principio seguito è quello della parità di trattamento con i cittadini italiani in materia di assistenza sociale e sanitaria, sancito dal comma 1 dell'art. 27 del D. lgs. n. 251 del 19/11/2007.

Il Rei è infatti “espressamente qualificato, ad opera dell'art. 2, comma 13, del D. Lgs. n. 147/2017, quale livello essenziale delle prestazioni ai sensi dell'art. 117, secondo comma, lettera m) della Costituzione.” In pratica, spiega il Ministero dell’Interno in una nota inviata a tutti i Comuni che gestiscono l’emergenza rifugiati, è diritto costituzionalmente garantito dei migranti accedere al reddito di inclusione, che dà un sussidio a persone che vivono situazioni di grave indigenza economica valutata attraverso una serie di parametri. “In sintesi – spiega ancora il Ministero dell’Interno – l'indicazione pervenuta dal Ministero è quella di riconoscere ai titolari di protezione internazionale (status di rifugiato e status di protezione sussidiaria) il diritto a richiedere il Reddito di inclusione  a parità di condizioni con i cittadini italiani.”

Il Rei è un vero e proprio assegno per contrastare la povertà: le domande vengono raccolte dai Comuni e l’erogazione è garantita dall’Inps. L’entità del sussidio varia a seconda del numero dei componenti il nucleo familiare. A chi vive da solo spetta un importo di 187,5 euro al mese; a chi vive in coppia vanno 294,38 euro al mese; a famiglie di tre persone spettano 382,5 euro al mese, se si è in quattro 461,25 euro al mese, se in cinque o più persone, 534 euro al mese. Fino al prossimo 30 giugno potrà richiedere il Rei chi ha un reddito Isee inferiore a 6.000 euro ed ha in famiglia almeno un figlio minorenne; un figlio con disabilità, una donna in stato di gravidanza o un disoccupato con oltre 55 anni. Questi requisiti familiari non saranno più osservati dal prossimo primo luglio: il contributo sarà allora riconosciuto a chiunque versi in stato di povertà e potrà, ad esempio, essere richiesto dai tanti rifugiati “singoli” che entrano ogni anno nel nostro Paese e a cui viene riconosciuto questo particolare status.

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