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Il M5s appende lo striscione della fornaia antifascista sulla sua sede: “Ora identificate anche noi?”

Il 25 aprile Lorenza Roiati, proprietaria di un forno di Ascoli Piceno, ha subito due controlli di polizia in poche ore per aver affisso uno striscione antifascista. Il Movimento 5 stelle, per esprimere solidarietà a Roiati, ha appeso la stessa scritta sulla propria sede: “Vediamo se saremo identificati anche noi”, ha detto Giuseppe Conte.
A cura di Luca Pons
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"25 aprile buono come il pane, bello come l'antifascismo". Questa la scritta, ormai diventata piuttosto conosciuta, che Lorenza Roiati – proprietaria di un forno ad Ascoli Piceno – aveva affisso fuori dal suo negozio nel giorno della Liberazione. Come è noto, a causa dello striscione sono scattati due controlli di polizia in poche ore. Il caso ha suscitato polemiche e indignazione, e oggi il Movimento 5 stelle ha preso posizione in modo plateale appendendo la stessa scritta sulla propria sede di Roma.

Fin da subito il caso aveva mobilitato la politica locale e nazionale. Anche perché molti hanno collegato i controlli di polizia alla direttiva del governo Meloni di festeggiare il 25 aprile con "sobrietà", a seguito della morte del Papa. Matteo Ricci, candidato presidente delle Marche (dove si voterà in autunno), ha fatto visita a Roiati e ha attaccato l'esecutivo. Il sindaco di Ascoli, Marco Fioravanti (FdI), ha invece difeso i poliziotti, dicendo che le "vere vittime" sono stati loro. Fioravanti era già noto alle cronache per aver partecipato nel 2019 a una cena che commemorava la marcia fascista su Roma in un Comune colpito nel 1944 da un eccidio nazifascista.

Sempre a livello locale, un gruppo neofascista ha appeso due scritte intimidatorie nei confronti del forno in questione, facendo riferimenti poco velati ai forni crematori. Invece un ex senatore marchigiano della Lega, Giuliano Pazzaglini (in Parlamento dal 2018 al 2022) ha paragonato la scritta sul 25 aprile a uno striscione che recitava "W la f**a": ovvero un messaggio che "per qualcuno potrebbe essere considerato provocatorio", a seguito del quale quindi "è normale che le forze dell'ordine intervengano".

Insomma, anche se sono passati quattro giorni la polemica non si è spenta. E per questo il Movimento 5 stelle, nella sua sede centrale in via Campo Marzio 46 a Roma, ha appeso uno striscione che richiama letteralmente quello di Rolati. "Se oggi è motivo di identificazione il fatto di mettere uno striscione in casa propria in cui uno dichiara l'antifascismo della nostra Costituzione, allora vediamo se saremo identificati anche noi", ha detto il leader del M5s, Giuseppe Conte.

Poche ore prima, il deputato del Movimento 5 Giorgio Fede (della provincia di Ascoli) aveva depositato un'interpellanza urgente alla Camera. L'atto è rivolto al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, responsabile delle forze di polizia, anche se il secondo controllo al forno di Roiati è stato svolto dalla polizia municipale, che è alle dipendenze del sindaco o dell'assessore delegato. Fede ha chiesto a Piantedosi proprio di chiarire la catena di comando che ha portato all'identificazione della fornaia.

"Il sindaco Fioravanti prima ringrazia le forze dell'ordine, poi le smentisce apertamente, sostenendo che l'intervento sarebbe partito da una generica ‘segnalazione'. Ma la realtà, confermata dagli stessi vertici delle forze dell'ordine, è ben diversa: nessuna segnalazione specifica ha innescato i controlli". La domanda quindi è "chi ha realmente impartito le direttive? Con quale obiettivo? È accettabile che vengano impiegate risorse pubbliche per sorvegliare messaggi che celebrano l'antifascismo?" Il sospetto è "che vi sia stata una strumentalizzazione politica delle forze dell'ordine".

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