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Il governo vuole togliere il reddito di cittadinanza a chi ha meno di 60 anni e può lavorare

Il governo Meloni sarebbe pronto a mettere mano al reddito di cittadinanza per recuperare altre risorse da mettere sul tavolo contro il caro energia. Il sottosegretario Fazzolari ha detto che ai percettori con meno di 60 anni e in condizione di lavorare verrà tagliato l’assegno, anche se non immediatamente.
A cura di Annalisa Girardi
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Il governo non ha mai nascosto di voler rivedere profondamente il reddito di cittadinanza. Ora, in piena sessione di bilancio, potrebbe essere arrivato quel momento e l'esecutivo di Meloni sarebbe pronto a tagliare la misura per recuperare altre risorse da mettere sul tavolo contro il caro energia. Secondo Giorgia Meloni il reddito di cittadinanza dovrebbe andare solo a chi non è in grado di lavorare, mentre per tutti gli altri potrebbe essere tagliato.

"Chi ha tra i 18 e i 59 anni, senza minori a carico, ed è in grado di lavorare perderà l'assegno legato al reddito di cittadinanza, anche se non immediatamente. Lo manterranno, invece, gli invalidi, chi è in difficoltà, chi ha minori a carico senza avere adeguati mezzi di sostentamento", ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, ospite della trasmissione Porta a Porta. L'esponente di Fratelli d'Italia ha anche messo in chiaro che il taglio dell'assegno non sarà comunque immediato: "Ovviamente non sarà fatto immediatamente. Prima della riforma della Naspi l'assegno di disoccupazione era di 6 mesi, questo può essere un tempo congruo", ha detto.

Per poi ribadire: "Chi non può lavorare non può essere trattato come chi può. Chi non può lavorare va tutelato anche di più di oggi. Chi può lavorare va incentivato. Per questo ridurremo la platea dei percettori del reddito di cittadinanza".

Il sottosegretario al Lavoro, il leghista Claudio Durigon, ha recentemente commentato di avere un "approccio più soft" per quanto riguarda la modifica della misura voluta dal Movimento Cinque Stelle: "L'obiettivo è quello di spronare i percettori del reddito facendo capire loro che l'obiettivo non può essere incassare questo sussidio a vita ma piuttosto cercare trovare assieme allo Stato un lavoro", ha detto in un'intervista con La Stampa. Affermando anche che comunque il sussidio vada diminuito sia per quanto riguarda la durata, che per quanto riguarda gli importi.

Una possibile strada da intraprendere, aveva specificato ancora Durigon, potrebbe essere quella di prevedere un primo periodo di 18 mesi al termine del quale, nel caso in cui il percettore non avesse ancora trovato un impiego, far scattare un taglio all'importo.

La ministra per il Lavoro, Marina Calderone, da parte sua si è limitata per ora a sottolineare l'importanza di separare le politiche attive del lavoro dal sostegno economico per chi è al di sotto della soglia di povertà. Ad ogni modo, nulla sarebbe per ora definito e il governo sarebbe ancora alla ricerca di una sintesi.

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