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Il governo renderà finalmente pubblici i dati del monitoraggio sull’epidemia di coronavirus

Il governo decide di rendere pubblici i dati sul monitoraggio dell’andamento epidemiologico nel Paese. L’articolo 31 del decreto Ristori bis prevede la “pubblicazione dei risultati del monitoraggio dei dati inerenti l’emergenza epidemiologica da Covid-19” e impegna il ministero della Salute, con frequenza settimanale a “comunicare ai presidenti di Camera e Senato i risultati del monitoraggio dei dati epidemiologici”.
A cura di Annalisa Girardi
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Il governo finalmente pubblicherà i dati del monitoraggio dell'andamento della situazione epidemiologica nel Paese. Lo prevede il testo del decreto Ristori bis, che contiene una serie di provvedimenti di sostegno economico per le attività e i settori più penalizzati dalle nuove misure restrittive messe in campo per frenare la diffusione del coronavirus in Italia. L'articolo 31, infatti, prevede la "pubblicazione dei risultati del monitoraggio dei dati inerenti l'emergenza epidemiologica da Covid-19". Nello specifico, impegna il ministero della Salute, con frequenza settimanale a "pubblicare sul proprio sito istituzionale e comunicare ai presidenti di Camera e Senato i risultati del monitoraggio dei dati epidemiologici".

Sempre in questo decreto si stabilisce anche che il ministero della Salute, sulla base dei dati contenuti nel documento dell'Istituto superiore di Sanità sulla prevenzione e sulla risposta al Covid-19 nel periodo autunnale/invernale, dopo aver sentito sia i governatori che i pareri del Comitato tecnico scientifico in merito ai suddetti dati, possa introdurre misure specifiche e più restrittive sui diversi territori. In altre parole, si stabilisce la divisione del Paese nelle diverse aree alle quali sono legate le misure di chiusura e i divieti illustrati anche nello stesso documento dell'Iss.

Poi si legge ancora, sempre nel testo del decreto Ristori: "I verbali del Comitato tecnico-scientifico e della Cabina di regia sono pubblicati per estratto in relazione al monitoraggio dei dati sul sito del ministero della Salute". L'articolo poi si chiude sottolineando che i dati che hanno portato all'ordinanza ministeriale del 4 novembre, quella con la quale le Regioni sono state ascritte alle diverse zone di rischio, "sono pubblicati entro tre giorni dall'entrata in vigore del presente comma".

Dopo la richiesta del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rivolta all'Iss e al ministero di rendere accessibili gli indicatori del monitoraggio "alla comunità scientifica e a tutti i cittadini", Silvio Brusaferro, presidente dell'Iss, e Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione al ministero, in conferenza stampa avevano spiegato che il meccanismo secondo cui le Regioni finiscono in zona gialla, arancione o rossa sarebbe basato su 21 parametri, interconnessi tra loro. E avevano poi mostrato alcune tabelle, lasciando però una serie di questioni ancora poco chiare.

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