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Il governo impugna la legge del Friuli (a guida Lega): “Discriminatoria contro migranti”

Il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare una legge regionale del Friuli Venezia Giulia (ente a guida del leghista Massimiliano Fedriga) ritenuta “discriminatoria” nei confronti dei migranti, oltre che irrispettosa di alcune competenze statali. La proposta è stata avanzata dal ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, e approvata dal Cdm.
A cura di Stefano Rizzuti
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Non solo nomine. La prima riunione del Consiglio dei ministri imprime subito una chiara indicazione politica impugnando una legge regionale del Friuli Venezia Giulia. La decisione del Cdm arriva su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia: la legge impugnata è la n. 9 dell’8 luglio 2019, recante “Disposizioni multisettoriali per esigenze urgenti del territorio regionale”. La decisione, in particolare, riguarda il fatto che “numerose disposizioni sono risultate eccedere dalle competenze statuarie della Regione”. Ma, soprattutto, una delle motivazioni è che alcune “disposizioni in materia di immigrazione appaiono discriminatorie”.

La legge regionale, secondo quanto si legge nel comunicato stampa di Palazzo Chigi, viola “la competenza esclusiva statale in materia di tutela dell’ambiente”, come previsto dalla Costituzione. Per quanto riguarda la parte sulle disposizioni in materia di immigrazione si ritiene che siano discriminatorie perché “in contrasto con i principi di cui all’articolo 3 della Costituzione e in violazione della competenza esclusiva statale”. Ci sono poi altre disposizioni ritenute non legittime dal Cdm, come quelle concernenti le norme sulle “strutture di primo intervento sanitario” che risultano “in contrasto con previsioni statali espressione della competenza in materia di livelli essenziali delle prestazioni e costituenti principi fondamentali in materia di tutela della salute”.

Ci sono anche altre norme che riguardano il rapporto di lavoro del personale regionale e che – secondo il Cdm – “invadono la materia dell’ordinamento civile, in violazione dell’articolo 117, secondo comma, lettera I, della Costituzione, ponendosi altresì in contrasto con le disposizioni statali volte a costituire principi generali di coordinamento della finanza pubblica”. Il Consiglio dei ministri ha esaminato anche altre otto leggi regionali che ha però deciso di non impugnare, contrariamente a quella del Friuli Venezia Giulia.

La legge regionale impugnata

Il progetto di legge regionale a cui fa riferimento il Consiglio dei ministri è stato presentato il 30 maggio 2019 dalla giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, guidata dal leghista Massimiliano Fedriga dal 2018. Dopo l’approvazione in giunta, il progetto di legge è stato discusso in consiglio regionale, prima in commissione e poi in Aula. L’approvazione del consiglio è arrivata il 25 giugno e la legge è stata così trasmessa al presidente della Regione il 5 luglio e promulgata con il numero 9 l’8 luglio e con il titolo “Disposizioni multisettoriali per esigenze urgenti del territorio regionale”. Il 10 luglio il provvedimento è stato pubblicato in Gazzetta il 10 luglio. La parte incriminata, per quanto riguarda i migranti, sembra essere quella sui rimpatri dei cittadini stranieri, così come sostiene il presidente della Regione. Lo stesso Fedriga commenta la notizia parlando di una "vergogna assoluta".

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