Il funzionario della Camera che non ha scadenza di mandato

Il segretario generale della Camera Ugo Zampetti per il momento può stare tranquillo, il suo incarico, iniziato nel 1999 sotto la presidenza di Luciano Violante e proseguito con altri quattro presidenti di Montecitorio, è ancora al sicuro. Come racconta Sergio Rizzo sul Corriere della sera, la Camera dei deputati infatti ha respinto in settimana un ordine del giorno del Movimento Cinque Stelle che proponeva di reintrodurre per la carica il limite di mandato di sette anni. La battagli a Montecitorio era iniziata martedì nell’Ufficio di presidenza quando il vicepresidente del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, aveva ricordato l'anomalia della carica che ormai dura da quattordici anni chiedendo di mettere al voto la sua proposta poi bocciata in maniera compatta dall'Aula. Zampetti dunque potrà attendere tranquillamente la proroga del suo incarico oltre l’età pensionabile che raggiungerà alla fine del prossimo anno. Il problema come sottolineano i 5 stelle  è che il segretario generale della Camera è una figura troppo importante per premettere che si concentri in un solo uomo per così tanto tempo.

Le regole cambiate – Il segretario generale in effetti è il capo assoluto dell’amministrazione di Montecitorio e nessuno, al di fuori degli stessi parlamentari, può sindacare su come lui gestisce le risorse della Camera. Proprio per evitare questo accentramento di potere venne introdotta una regola secondo la quale il mandato poteva durare al massimo sette anni al pari di altre istituzioni pubbliche come per esempio le authority. Ad un certo punto però, nel dicembre del 2002, quando presidente della Camera era Pierferdinando Casini, la regola venne abolita così fu concesso a Zampetti di restare al suo posto fino ad oggi.