Il festival “nero” di Macerata coi soldi della Regione: 15mila euro all’associazione di estrema destra

Per capire che cosa sia davvero "Letture Maceratesi – Rassegna Esplicita" – il festival letterario di estrema destra che si terrà a Macerata sabato 13 e domenica 14 dicembre – non basta guardare il programma né soffermarsi sui nomi dei relatori. Bisogna seguire il flusso del denaro, perché il cuore della vicenda non è solo culturale, ma soprattutto politico: 15mila euro di fondi regionali, stanziati da una giunta targata Fratelli d’Italia (quella guidata da Francesco Acquaroli) per un generico "Festival del Libro", che arrivano al Comune di Macerata, amministrato dalla Lega e FDI, e da lì vengono girati integralmente a Castelli di Carta, un’associazione di Voghera – 500 chilometri da Macerata – nota per la sua vicinanza all’estrema destra. Un percorso lineare, silenzioso, amministrativamente impeccabile e legale, che però svela una filiera politica perfettamente coerente. E che trasforma un contributo pubblico destinato alla promozione culturale in un sostegno concreto a un evento affine alla "galassia nera" italiana e, in particolare, a CasaPound.
Letture Maceratesi: follow the money
Seguiamo i soldi, dunque. Il viaggio dei 15mila euro destinati a "Letture Maceratesi – Rassegna Esplicita" comincia ben prima di approdare nelle casse dell’associazione Castelli di Carta. Inizia ad Ancona, negli uffici della Regione Marche, dove nella legge di stabilità 2025 – la L.R. 21/2024 (immagine in basso) – compare un contributo destinato al Comune di Macerata per un non precisato "Festival del Libro". Un finanziamento che nasce senza un progetto definito e che solo successivamente il Comune può indirizzare verso un’iniziativa culturale di propria scelta.

Quei 15.000 euro arrivano così nelle casse del Comune di Macerata. La Giunta guidata dal sindaco Sandro Parcaroli (Lega) decide cosa farne il 19 novembre 2025, quando approva la delibera n. 441, atto che formalizza la collaborazione con Castelli di Carta, associazione con una lunga storia di vicinanza alla destra radicale italiana che aveva presentato, guarda caso, una proposta protocollata per organizzare un'iniziativa denominata "Letture maceratesi".
Nella delibera naturalmente non si specifica perché la scelta ricada proprio su questa associazione, del tutto esterna al territorio (la sede è a Voghera, 500 chilometri da Macerata) né perché non venga coinvolta nessuna delle numerose associazioni culturali locali. Sta di fatto che l’intera organizzazione del festival viene affidata proprio a Castelli di Carta e che il contributo regionale viene integralmente girato all’associazione come sostegno “per l’organizzazione tecnico-operativa del Festival”. A questo importo si aggiungono altri 100 euro da capitoli comunali. Totale: 15.100 euro di denaro pubblico.
Il percorso appare lineare: la Regione, guidata da Fratelli d’Italia, destina i fondi al Comune amministrato dalla Lega e da FDI; il Comune, tramite un atto di Giunta, li assegna a un’associazione riconducibile alla destra radicale, già protagonista di vicende controverse a L'Aquila e Todi nel 2021 e 2023, ai cui vertici vi era all'epoca Adolfo Spezzaferro, firma del Primato Nazionale, house organ di CasaPound.
La delibera fotografa con precisione questo passaggio. I fondi vengono dapprima “accertati” sul bilancio comunale, poi “impegnati” come contributo all'associazione lombarda, che diventa così destinataria finale del finanziamento regionale. Ancora più significativo è il fatto che Castelli di carta ottenga non solo il denaro, ma anche la piena disponibilità della Sala Cesanelli dello Sferisterio, luogo simbolo di Macerata, e l’uso del logo ufficiale del Comune per promuovere l’evento. Al Comune restano oneri minimi: comunicazione istituzionale, supporto tecnico e visibilità. Tutto il resto – dalla gestione del pubblico ai contenuti – è nelle mani dell’associazione.
Il programma di Letture Maceratesi e gli ospiti di estrema destra
A questo punto, basta osservare chi comporrà il programma di “Letture Maceratesi” per completare il quadro. Sul palco saliranno alcuni noti giornalisti di centrodestra ma soprattutto dirigenti ed ex candidati di CasaPound (Andrea Lombardi), editori della galassia nera (Altaforte), esponenti del movimento Remigrazione e Riconquista (Michele Iozzino), interpreti dichiarati del pensiero neofascista o dell’identitarismo radicale (Adolfo Morganti).
Il sindaco di Macerata tace; l'opposizione attacca
Tutto questo porta a una domanda inevitabile: il finanziamento pubblico è stato davvero destinato dal Comune di Macerata a un’iniziativa culturale in linea coi valori della Costituzione, oppure la macchina istituzionale ha finito per sostenere, chissà se consapevolmente, un evento prodotto e diretto da soggetti politicamente affini all'estrema destra neofascista? Fanpage.it ha provato a chiederlo ad alcuni dei diretti interessati, ma sia il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli che l'ex capogruppo di FDI in seno al Consiglio Regionale Simone Livi si sono rifiutati di rispondere alle nostre domande.
Chi invece esprime sconcerto sono Alberto Cicarè, consigliere comunale della lista Strada Comune – Potere al Popolo, e Ninfa Contigiani, segretaria del PD di Macerata. Secondo i due, intervistati da Fanpage.it, "Letture Maceratesi non nasce come un fungo dopo la pioggia. Il calendario la inserisce a dicembre 2025, ma la legge regionale che assegna al Comune di Macerata la somma di 15.000 euro per il ‘Festival del Libro' risale a dicembre 2024. Quindi, c’è stato un lungo lavorio per arrivare a questa rassegna che esplicitamente fa l’occhiolino ai valori della destra fascista. La ridicola affermazione che viene dal Comune, secondo la quale loro non sapevano niente di questa caratterizzazione, e che se questi soldi, se non fossero stati spesi, sarebbero andati persi, li qualifica per quello che sono, bugiardi e ignavi".
Cicarè e Contigiani sostengono che "la realtà che traspare dagli atti, in assenza di ammissioni da parte degli interessati, è che dalla Regione precipitano verso le amministrazioni locali compiacenti e politicamente orientate una massa di soldi sulla base di conoscenze, rapporti clientelari, aderenze partitiche. Soldi che finanziano il consenso, mentre festival e iniziative che vengono dal basso, storicamente radicate nel tessuto della città, vengono lasciate languire. A un contesto politico nazionale che vede una legislazione che progressivamente mette sotto attacco le libertà e i diritti, corrisponde un tentativo di egemonizzare il panorama culturale, giustificando indifendibili riferimenti a un passato con cui il nostro Paese evidentemente non ha fatto ancora i conti. Chi difende le scelte di questa amministrazione sotto la bandiera della libertà di espressione non può dichiararsi inconsapevole di questo progetto, ma ne è complice".
Organizzata una contro-rassegna antifascista
A contestare Letture Maceratesi è però anche una rete di oltre 30 associazioni, partiti, sindacati e persino attività commerciali, che ha organizzato una contro-rassegna antifascista: "La natura politica dell’evento è chiara e inaccettabile – commenta l’organizzazione – per questo motivo sin da subito ci è stato chiara la necessità di fornire un'alternativa, uno spazio culturale e collettivo, per dichiarare che lo spirito antifascista ancora abita e anima Macerata. Abbiamo quindi creato una giornata di dialogo e resistenza, a costo zero, un evento in cui scrittori, giornalisti, docenti, musicisti si passeranno il testimone per ribadire con forza che le nostre sono radici antifasciste e che l’antifascismo non è pratica astratta, ma quotidiana che si manifesta anche nell’impedire che vi siano discorsi d’odio e di intolleranza". "Non ci si rassegna. Letture e voci oltre i confini" nasce come risposta di un’intera città che non si rassegna davanti alla minaccia neofascista e che nella cultura, nelle parole e nell’impegno della società civile trova la forza di reagire e resistere.

Di certo il denaro pubblico destinato a Letture Maceratesi ha seguito una traiettoria chiara: dalla Regione al Comune a Castelli di Carta. E lungo questa traiettoria più che la cultura sembrano prevalere gli allineamenti politici e il sostegno a un’area ideologica che oggi governa l'Italia e le Marche e che, attraverso atti amministrativi perfettamente regolari, riesce a consolidare la propria presenza anche nel terreno della produzione culturale.