Il Femminicidio diventa reato autonomo, approvata la nuova legge all’unanimità: cosa cambia

La Camera ha approvato all'unanimità, in via definitiva, la legge che introduce il reato di femminicidio come fattispecie giuridica autonoma. E il via libera è arrivato proprio nel pomeriggio di oggi, 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Ma l'immagine di un Parlamento unito sul terreno della tutela delle donne si è incrinata immediatamente. Perché lo stesso accordo politico che prevedeva, oggi, un doppio passaggio, alla Camera l'approvazione del nuovo reato di femminicidio e al Senato il voto definitivo sulla riforma della violenza sessuale basata sul "consenso libero e attuale", è saltato all'ultimo momento.
A Palazzo Madama, infatti, la maggioranza ha chiesto un supplemento di approfondimento e nuove audizioni, bloccando l'esame della legge sul consenso e rinviando sine die la calendarizzazione del voto. Una decisione che ha provocato l'uscita delle opposizioni dalla commissione Giustizia e una durissima polemica politica.
Cosa prevede la nuova legge sul femminicidio
La riforma, firmata dai ministri Nordio, Piantedosi, Roccella e Casellati, interviene sul Codice penale creando una fattispecie autonoma, distinta dall'omicidio comune. Ecco tutte le novità principali:
Introduzione del reato di femminicidio (art. 577-bis c.p.)
Chi uccide una donna per motivi di odio, discriminazione, controllo, possesso, prevaricazione o in relazione al rifiuto di instaurare o mantenere una relazione affettiva, o ancora limitandone la libertà personale, viene punito con l'ergastolo.
La norma valorizza il movente di genere e recepisce i principi della Convenzione di Istanbul e della nuova direttiva UE. In Europa un reato simile esiste già a Cipro, Malta, Croazia e Belgio.
Estensione del reato di maltrattamenti
La tutela si applica anche alle violenze verso persone non più conviventi ma legate da rapporti di filiazione.
Nuova aggravante di genere
Pene più severe per lesioni, violenza sessuale, stalking, maltrattamenti, interruzione di gravidanza senza consenso e revenge porn quando il fatto nasce da odio o controllo sulla donna.
Misure cautelari rafforzate
Per i reati di violenza domestica e di genere scatta una presunzione di adeguatezza delle misure custodiali: arresti domiciliari e carcere diventano la regola, il divieto di avvicinamento l’eccezione.
Divieto di avvicinamento raddoppiato
Il limite passa da 500 a 1000 metri.
Nuove tutele per gli orfani di femminicidio
Accesso garantito al patrocinio a spese dello Stato e possibilità di una provvisionale immediata anche quando la vittima non era convivente con l'autore del reato.
Comunicazioni obbligatorie ai familiari
In caso di femminicidio, tutte le notifiche relative a scarcerazioni, fughe o cessazioni delle misure detentive dovranno essere inviate ai prossimi congiunti.
Formazione obbligatoria per magistrati e operatori sanitari
Corsi annuali sulle norme sovranazionali, il fenomeno della violenza di genere, gli stereotipi giudiziari e la prevenzione della vittimizzazione secondaria.
Stop alla vittimizzazione secondaria nei processi
Il giudice dovrà impedire domande lesive della dignità o del decoro della persona offesa, garantendo modalità di esame che non trasformino il processo in un ulteriore trauma.
Relazione annuale al Parlamento
Ogni 30 giugno il Ministro della Giustizia dovrà riferire sull'applicazione della legge, con dati disaggregati su condanne, assoluzioni e profilo delle vittime.
Meloni: "Molto soddisfatta, segnale di coesione politica contro violenza"
"Sono molto soddisfatta dell'approvazione all'unanimità in Parlamento del disegno di legge del governo che introduce il reato di femminicidio", ha commentato Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio, nella nota ufficiale con cui ha salutato il via libera alla legge, non ha citato l'altra norma – quella sul consenso – fatta slittare dal centrodestra al Senato. Si è concentrata unicamente sul ddl femminicidio: "È un segnale importante di coesione della politica contro la barbarie della violenza contro le donne."
"Aggiungiamo uno strumento in più a quelli che avevamo già previsto: dal rafforzamento del Codice rosso al raddoppio delle risorse per i centri anti violenza e per le case rifugio. Sono passi concreti, che ovviamente non bastano, dobbiamo continuare a fare ogni giorno di più per difendere la libertà e la dignità di ogni donna", ha concluso Meloni.