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Garofani, il consigliere di Mattarella si difende dalle accuse di FdI: “Nessun complotto contro Meloni”

Il consigliere di Mattarella, Francesco Saverio Garofani si difende dopo le accuse del capogruppo di FdI alla Camera, Galeazzo Bignami, di un presunto piano per fermare Meloni: “Nessun complotto, era una chiacchierata in libertà tra amici”.
A cura di Giulia Casula
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Al Quirinale non c'è nessun complotto per fermare Giorgia Meloni. La sua "era una chiacchierata in libertà tra amici". Il consigliere di Mattarella, Francesco Saverio Garofani si difende dopo le accuse del capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, di star orchestrando un piano contro la premier e il governo.

"Sono molto amareggiato, per me e per i miei familiari. Mi spaventa la violenza dell’attacco e quel che fa male è l’impressione di essere stato utilizzato per colpire il presidente", dice Garofani al Corriere della Sera. Il consigliere smentisce l'esistenza di un complotto per colpire Palazzo Chigi ma conferma i virgolettati riportati da La Verità, che nella giornata di ieri hanno fatto esplodere la polemica. "Era una chiacchierata in libertà tra amici".

Garofani dice di "non aver mai fatto dichiarazioni fuori posto, mai esibizioni di protagonismo" e di aver "letto e riletto Belpietro, senza capire in cosa consisterebbe il complotto". Nell'articolo venivano riportate delle dichiarazioni che il consigliere avrebbe detto, tra cui: "Un anno e mezzo di tempo forse non basta per trovare qualcuno che batta il centrodestra: ci vorrebbe un provvidenziale scossone" e "una bella crisi finanziaria come ai tempi di Berlusconi, con lo spread alle stelle". Tra le ipotesi per sbaragliare Meloni, l'idea di "una grande lista civica nazionale" con cui bloccare il centrodestra alle prossime politiche.

Le frasi riportate dal quotidiano sono bastate a Bignami per andare all'attacco del Colle e chiedere una smentita. In serata, è arrivata la risposta stizzita del Quirinale, che non ha nascosto il suo "stupore per la dichiarazione del capogruppo alla Camera del partito di maggioranza relativa, il quale sembra dar credito a un ennesimo attacco alla Presidenza della Repubblica che sfocia nel ridicolo". 

Mattarella "è stato affettuosissimo, mi ha detto “stai sereno, non te la prendere”", ha raccontato Garofani. Il consigliere è legato a lui dal 1995, cioè da quando cominciò a lavorare al Popolo, giornale di cui il capo dello Stato era direttore. Giornalista professionista, Garofani ha militato tra le file della Dc (quando Mattarella era vicesegretario) e ha alle spalle una carriera parlamentare, prima nel 2006 con la Margherita di Francesco Rutelli, poi dal 2015 al 2018, quando ha presieduto (in quota Pd) la commissione Difesa della Camera. Oggi, si dice fiero dell'"apprezzamento che credo di aver ricevuto da tutti i gruppi, anche di opposizione"

Il consigliere spiega di "aver dimostrato con i fatti l’assoluto rispetto per le istituzioni, in tutti i ruoli che ho ricoperto. Da quando il presidente mi ha fatto l’onore di chiamarmi a collaborare con lui, sono stato sempre convintamente al suo servizio, al servizio dell’istituzione". Mentre sulla citazione di Ernesto Maria Ruffini, ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, si giustifica: "È un amico, lo stimo".

Finora la premier non è intervenuta nella polemica, ma le opposizioni sono sicure che dietro le dichiarazioni di Bignami ci sia una qualche indicazione dai vertici. Intanto, da FdI ci tengono a sottolineare che le parole del capogruppo non erano rivolte al Quirinale ma al solo consigliere, a cui si chiedeva una smentita, e di riporre piena fiducia nel presidente della Repubblica. Insomma un tentativo di appianare le tensioni ed evitare lo scontro col Colle.

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