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Il caso della stanza dell’ascolto per dissuadere le donne che vogliono abortire all’ospedale di Torino

Una stanza dove provare “far superare le cause che potrebbero indurre alla interruzione della gravidanza” alle donne che vogliono abortire. È l’ultima iniziativa targata Città della Salute e Federazione Movimento per la Vita (e supportata dalla giunta di centrodestra) all’ospedale di Torino. Diverse parlamentari dell’area progressista si sono subito opposte.
A cura di Annalisa Girardi
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A Torino, all'ospedale Sant'Anna, verrà istituita una stanza si cercherà "far superare le cause che potrebbero indurre alla interruzione della gravidanza" alle donne che vogliono abortire. Un'iniziativa targata Città della Salute e Federazione Movimento per la Vita che ha formalmente lo scopo di "fornire supporto e ascolto a donne gestanti che ne abbiano necessità, nell'ambito di un più generale percorso di sostegno durante e dopo la gravidanza alle donne che vivono il momento con difficoltà". Ma che, come denunciano moltissime associazioni, rischia di minare alla libertà delle donne e al loro diritto di autodeterminazione.

Per l’assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte, Maurizio Marrone, esponente di Fratelli d’Italia "ogni volta che una donna abortisce perché si è sentita abbandonata di fronte alla sfida della maternità siamo di fronte a una drammatica sconfitta delle istituzioni" e "per questa ragione aprire nel principale ospedale ostetrico ginecologico del Piemonte uno spazio dove donne e coppie in difficoltà possano trovare aiuto nei progetti a sostegno della vita nascente è una conquista sociale per tutta la comunità".

Frasi, queste, che hanno alimentato le polemiche. Diverse parlamentari dell'area progressista si sono scagliate contro l'iniziativa. "Lo chiamano sostegno alle donne e l'affidano a un'associazione che da sempre è in campo contro la 194 e la libera scelta. Una stanza della colpevolizzazione e della dissuasione, di questo si tratta", ha detto la senatrice del Partito democratico, Cecilia D'Elia. Per poi aggiungere: "Invece di promuovere politiche pubbliche a sostegno delle scelte di genitorialità, dei servizi, del lavoro delle donne, solo paternalismo e integralismo dalle destre al governo".

Sempre dal Pd, Chiara Gribaudo, ha commentato: "Dalla giunta di Alberto Cirio arriva l'ennesimo attacco a un diritto: quello delle donne di scegliere in piena libertà. L'apertura della stanza d'ascolto contro l'aborto all'ospedale Sant'Anna di Torino è inaccettabile. La destra usa la sanità pubblica, dopo averla abbandonata, per la propria propaganda". E ancora: "La presentazione in pompa magna dell'iniziativa con l'assessore Maurizio Marrone è uno schiaffo alla libertà delle donne. È molto grave che alle associazioni Pro Life venga consentito di mettere in campo queste forme di pressione dentro gli ospedali pubblici, perché minaccia la tranquillità e la fiducia con cui una donna dovrebbe fare la propria libera scelta".

L'ex sindaca di Torino Chiara Appendino, del Movimento Cinque Stelle, ha commentato: "Fratelli d'Italia e il suo assessore alle Politiche Sociali del Piemonte Maurizio Marrone si confermano un pericolo per la civiltà e i diritti delle persone, da loro arriva ancora una volta un delirio oscurantista contro le donne, la loro dignità, la loro libertà, il loro diritto all'autodeterminazione. Dietro alla presunta ‘Stanza per l'ascolto' che vogliono far nascere all'ospedale Sant'Anna di Torino insieme alle associazioni antiabortiste con cui vanno a braccetto, c'è infatti la cattiveria di chi vuole scaricare addosso alle donne un'ideologia cieca, misogina, spietata. Viviamo un periodo molto difficile per i diritti conquistati in anni di dure battaglie civili".

Dall'Alleanza Verdi e Sinistra, infine, Elisabetta Piccolotti ha detto: "A una donna che vuole interrompere la gravidanza non servono stanze o discorsi colpevolizzanti, servono medici non obiettori".

Intanto il responsabile del reparto interruzioni Volontarie di gravidanza e consigliere comunale di +Europa&Radicali Italiani di Torino, Silvio Viale, ha assicurato a LaPresse che questa stanza non ci sarà: "L'iniziativa dell'assessore Marrone rientra nella migliore tradizione dei blitz d'estate, con i golpe durante le ferie. Non ci sarà nessuna stanza del ‘Movimento per la vita' lungo il percorso della 194 all'ospedale Sant'Anna. Se la direzione sanitaria vuole dare una sede al Movimento per la Vita questa sarà il più lontano possibile dai reparti. Se una donna vorrà rivolgersi a loro potrà usare le loro sedi".

E ancora: "Non ci sarà alcuna interferenza all'ospedale Sant'Anna nel percorso per la 194, siamo il principale ospedale italiano con 2.500 aborti all'anno, oltre i 6500 parti che l'ospedale fa. Abbiamo un reparto dedicato, un day hospital dove svolgiamo attività non solo per la 194, ma anche per gli aborti spontanei e i piccoli interventi per cui non sono affatto preoccupato. Siamo abituati ad avere presidi antiabortisti davanti all’ospedale e non hanno mai creato problemi alle donne, le quali entrano ognuna con le proprie ragioni e le proprie storie. Non accetterò alcuna molestia nei confronti delle donne", ha concluso.

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