I sondaggisti concordano: con il nuovo Italicum sarà impossibile governare

Con la sentenza della Corte Costituzionale, che ha consegnato all'Italia un nuovo sistema elettorale per l'elezione della Camera dei Deputati mantenendo gran parte della struttura dell'Italicum e provvedendo a eliminare quasi solamente il ballottaggio, le previsioni elettorali per il prossimo futuro non sono affatto rosee per il Belpaese. I sondaggisti italiani, infatti, sono tutti d'accordo: questa nuova legge elettorale, se si dovesse andare davvero al voto a breve senza apportare alcun cambiamento o varare una nuova legge, renderà pressoché impossibile ottenere una maggioranza di governo stabile. Il problema fondamentale è uno: il premio di maggioranza assegnato al partito che riuscirà a guadagnare almeno il 40% dei consensi elettorali è pressoché irraggiungibile allo stato attuale. Questo potrebbe provocare, dunque, il ricorso a nuovi governi di "larghe intese" e alleanze tra partiti avversari. Secondo Piepoli, Weber e D'Alimonte, i principali partiti italiani, pur costruendo alleanze con tutti i partiti di schieramento possibili, difficilmente riuscirebbero a raggiungere la soglia del 40% che sancirebbe l'assegnazione del premio di maggioranza, che allora sì permetterebbe al partito vincitore delle elezioni di governare in maniera stabile.
Secondo l'ultimo sondaggio condotto da Demopolis, allo stato attuale, se dunque ci si dovesse recare ora alle urne, il Partito Democratico otterrebbe oggi il 30% dei consensi, seguito dal Movimento 5 Stelle al 29%. La Lega Nord invece si attesterebbe al 13,2%, Forza Italia all’11,8% e Fratelli d’Italia al 4,7%, mentre Sinistra Italiana risulta ferma al 3,7% e Area Popolare al 3,5%.
Secondo D'Alimonte, con il nuovo Italicum della Consulta "si potrebbe andare a votare senza ulteriori interventi del Parlamento. Credo che Renzi possa essere soddisfatto, perché rimane un elemento maggioritario e i capilista bloccati che gli danno uno strumento molto importante per gestire il partito", sottolineando che sarà invece Silvio Berlusconi ad avere numerosi problemi in questo caso perché "la presenza del premio gli pone un dilemma: vorrebbe correre da solo, ma così si condannerebbe a un ruolo secondario, perché non potrebbe partecipare alla corsa per il premio. E se si alleasse con Salvini e Meloni dopo sarebbe difficile fare il governo con Renzi, come è nelle sue intenzioni". Nonostante questa differenza, però, D'Alimonte è certo che nessuno schieramento riuscirà a ottenere la maggioranza assoluta e dunque servirà un governo di coalizione soprattutto perché il premio è previsto solo alla Camera "mentre al Senato le soglie potrebbero produrre un effetto maggioritario, ma difficilmente tale da dare una maggioranza assoluta".
"Questa legge incasina i partiti, li costringe a ragionare in termini maggioritari. Nessuno può vincere da solo, nemmeno Pd o M5S. Bisogna coalizzarsi, ma così i grandi partiti subirebbero i ricatti dei piccoli. E' comunque molto improbabile raggiungere il 40%, la situazione è così caotica che, per conto mio, non si va alle elezioni", è invece la posizione di Piepoli, che sottolinea inoltre che "lo stesso Renzi secondo me non ha troppa voglia di votare, lascia governare Gentiloni, che sa governare, e il Pd ne guadagna. La fiducia degli italiani in Gentiloni è aumentata di 4 punti in due settimane".
Anche secondo Weber il raggiungimento della soglia del 40% è assai improbabile, così come probabile è un futuro governo di grande coalizione, stando ai dati attuali: "Mi pare assai improbabile, anche ricorrendo ad una lista-coalizione. Peraltro, a destra credo che non raggiungeranno un accordo e avremo un sistema quadripartito, di fatto un proporzionale puro". In questo contesto, prosegue Weber, "sapere subito chi ha vinto le elezioni" sarà impossibile.