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Grillo e la politica estera: le “verità” su Iran, Bin Laden e “lobby ebraiche”

In un’intervista a Yedioth Ahronot, il comico genovese ha spaziato su diversi temi legati al Medio Oriente, ricevendo critiche dallo stesso giornale israeliano per le sue opinioni.
A cura di Biagio Chiariello
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Grillo esperto di politica estera: le verità su Iran, Bin Laden, Siria e lobby ebraiche

E' un Beppe Grillo inedito quello che viene fuori dalla lunga intervista concessa al quotidiano israeliano Yedioth Ahronot. Il comico ligure si è lanciato in un terreno quasi insolito, esponendo il suo pensiero sulla politica estera che, al di là degli stereotipi sul potere illegittimo detenuto dalle lobby ebraiche, fa storcere il naso per le considerazioni quantomeno bizzarre sui contesti siriani e iraniani. C'è un punto dell'intervista al "politico" del momento nel nostro Paese che avrà probabilmente fatto sgranare gli occhi prima di tutto a Menachem Gantz, intervistatore e corrispondente in Italia del più importante giornale in Israele. Quando questi pone una domanda sulla moglie iraniana di Grillo, il leader del M5S risponde così: «Se un giorno Grillo farà parte del governo italiano il suocero avrà un ruolo fondamentale nella politica estera» (è giusto ricordare che quest'ultima è una sintetizzazione delle parole di Grillo operata dallo stesso Gantz).

Le dichiarazioni di Grillo sono sicuramente destinate a far discutere, almeno stando a quanto riportato dallo stesso corrispondente israeliano. Fa specie, in particolare, la risposta che ha dato sulla pena di morte nell'Iran:

Un giorno ho visto impiccare una persona, su una piazza di Isfahan. Ero lì. Mi son chiesto: cos'è questa barbarie? Ma poi ho pensato agli Usa. Anche loro hanno la pena di morte. Hanno messo uno a dieta, prima d'ucciderlo, perché la testa non si staccasse. E allora che cos'è più barbaro?».

Una risposta che lascia senza parole perché il problema non sta chiaramente nella gara a chi abbia fatto più o meno morti per mano del boia, ma nella crudeltà di ogni pena di questo tipo. Un confronto peraltro improponibile quello tra Usa e Iran. Il comico genovese si dimentica che nei paesi occidentali le esecuzioni pubbliche sono storia vecchia di qualche secolo e che nel paese di Ahmadinejad questa condanna – che calpesta i diritti umani in tutte le nazioni dove è ancora consumata- è prevista per omicidio, traffico di droga, rapina, violenza carnale, adulterio, sodomia e anche consumo di alcol, come ci ricorda un lancio dell'Ansa di qualche giorno fa in cui viene data notizia di due condanne a morte tramite impiccagione per consumo recidivo di alcol (demonizzato in paesi come l'Iran per questione ovviamente religiose) da parte di musulmani.

Ma poco importa, perché in Iran «l'economia va bene, le persone lavorano. Ho un cugino lì che mi dice che non sono per nulla preoccupati» dice Grillo. E al giornalista che gli fa notare come il presidente iraniano Ahmadinejad abbia il pallino della distruzione dello stato israeliano, risponde: «Cambierà idea. Non penso lo voglia davvero: lo dice e basta. Del resto, anche quando uscivano i discorsi di Bin Laden, mio suocero iraniano m'ha spiegato che le traduzioni non erano esatte…» Una delle risposta di Grillo che più sembra aver scandalizzato Gantz è quella sui diritti delle donne iraniane. Il leader del Movimento 5 Stelle ricorda come la moglie sia iraniana e grazie a lei dice di aver «scoperto che la donna, in Iran, è al centro della famiglia. Le nostre paure nascono da cose che non conosciamo». Nessuna discriminazione ai danni delle donne in Iran, dunque, parola di Beppe Grillo.

Ma ciò che ha fatto più scalpore in Israele è la denuncia del blogger alle "lobby ebraiche che controllano il potere" e le informazioni (anche in quest'ultimo caso, va precisato, non si tratta di un virgolettato, ma delle parole del giornalista sulla base di quanto detto dal suo interlocutore): «Tutto quel che in Europa sappiamo su Israele e Palestina – sottolinea Grillo – è filtrato da un'agenzia internazionale che si chiama Memri. E dietro Memri c'è un ex agente del Mossad. Ho le prove: Ken Livingstone, l'ex sindaco di Londra, ha usato testi arabi con traduzioni indipendenti. Scoprendo una realtà mistificata, completamente diversa». Una sorta di complotto che il comico genovese sostiene già da qualche anno e che poi è ripreso anche dagli Stati Uniti alleati di Israele. Stati Uniti che sono anche «colpevoli di parte della crisi economica europea» e noi ci siamo dentro fino al collo perché «siamo sotto occupazione dell'America».

Nel calderone grillino ci finisce pure la Siria: «Ci sono cose che non possiamo capire. Non sappiamo se sia una vera guerra civile o si tratti d'agenti infiltrati nel Paese» dice Grillo, sebbene quel che accade in Siria sia già accaduto – in maniera ovviamente diversa a seconda dello scenario politico – anche in Egitto, Tunisia e Libia: la popolazione è stanca di una dittatura e decide di scendere in piazza. Nell'intervista si parla anche di matrimoni gay (Grillo è favorevole? «Forse»), di Monti che «sta facendo il lavoro sporco» e del Movimento 5 Stelle che «non ha esperienza di governo. Entrare in Parlamento sarà un'altra faccenda». Ma il giudizio finale dell'intervistatore israeliano è lapidario: «Grillo è un buon attore che sa che cosa vuole il suo pubblico. Ma non sa dire che cosa vuole».

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