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Covid 19

Green Pass di serie B per i vaccinati Johnson&Johnson: il sistema non ‘legge’ il richiamo

Errore del sistema per i vaccinati con il farmaco monodose Johnson&Johnson: chi effettua la dose booster prevista dopo il primo ciclo vaccinale ottiene un Green Pass in cui compaiono due somministrazioni, ma la dose booster di Moderna o Pfizer non viene considerata un richiamo.
A cura di Annalisa Cangemi
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I vaccinati con il siero monodose Johnson&Johnson potrebbero incontrare delle difficoltà con il Green Pass dopo la dose booster. La questione è stata sollevata da ‘Il Giorno': in pratica per una falla del sistema, chi si è immunizzato con la prima e unica dose del vaccino Janssen non riesce a dimostrare di aver effettuato la dose di richiamo, prevista anche per chi ha ricevuto la seconda somministrazione con Moderna o Pfizer: nel certificato la dose booster viene considerata come se fosse una seconda dose del ciclo vaccinale primario. Un problema per chi ha bisogno per esempio del Green Pass con richiamo per entrare nelle Rsa.

Secondo l'ultimo decreto emanato ieri infatti per entrare nelle strutture socio-assistenziali, sociosanitarie e hospice, dal 30 dicembre bisogna esibire la certificazione verde rafforzata, cioè quella che viene rilasciata solo a guariti e vaccinati, ma in assenza di terza dose bisognerà anche sottoporsi a tampone. E però chi ha ricevuto una dose di Johnson&Johnson si trova di fatto ‘intrappolato', perché il certificato non indica il completamento del ciclo vaccinale con l'aggiunta del richiamo: chi fa oggi un booster di vaccino con Moderna o Pfizer, dopo aver ricevuto J&J per il primo ciclo, ottiene una certificazione verde in cui figurano due dosi (2/2), ma la corretta dicitura dovrebbe riportare ‘2 di 1', nel caso di richiamo dopo il vaccino monodose. Si tratta di un problema che si è riscontrato solo in Italia, perché in tutta Europa l'errore non si verifica, e il richiamo dopo Janssen viene interpretato in modo corretto.

Ieri il governo ha varato il nuovo pacchetto di misure anti Covid, e ha escluso per il momento l'introduzione dei tamponi obbligatori per i vaccinati senza terza dose per i grandi eventi, e per accedere a determinati ambiti della vita sociale, come cinema o teatri. In questi luoghi l'esecutivo si è limitato a introdurre l'obbligo di mascherina FFP2 per tutti e il divieto di consumazione di cibi o bevande. Ma qualora il governo dovesse prevedere maggiori restrizioni per coloro che non hanno ancora ricevuto il richiamo, oltre alle già menzionate Rsa, molti cittadini potrebbero essere discriminati, perché il loro Green Pass non risulterebbe valido, pur essendo però perfettamente in regola. Con la circolare del ministero della Salute le terze dosi oggi sono state allargate anche ad altre fasce d'età: dal 27 dicembre infatti la dose booster verrà somministrata anche alla fascia di età 16-17 anni e ai fragili tra 12 e 15 anni.

Il problema dei vaccinati con J&J necessita di un'immediata soluzione, anche perché a partire dal 10 gennaio – ma la data non è ancora ufficiale – è previsto l'anticipo della terza dose, che può essere fatta dopo 4 mesi, e non più 5: significa che sempre più persone potrebberp ritrovarsi incastrate.

Lo scorso 15 dicembre l'Agenzia europea del farmaco (Ema) ha fatto sapere che la dose di richiamo del vaccino Janssen può essere presa in considerazione almeno 2 mesi dopo la prima dose per le persone con età superiore a 18 anni. Il booster J&J, secondo Ema, può essere considerato anche come terza dose per chi si è sottoposto a Pfizer o Moderna.

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