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Green pass, circolare del Viminale spiega quando il ristoratore può chiedere il documento d’identità

Una circolare del Viminale chiarisce quali sono i casi in cui gli esercenti possono chiedere oltre al green pass anche il controllo del documento d’identità, ovvero “nei casi di abuso o elusione delle norme. Come ad esempio quando appaia manifesta l’incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione”, si legge nel testo.
A cura di Annalisa Cangemi
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Una circolare del Viminale chiarisce i dubbi sul controllo del green pass da parte dei ristoratori, dopo le lamentele e i mal di pancia dei gestori dei locali al chiuso, per i quali dallo scorso 6 agosto è appunto richiesta l'esibizione della certificazione verde. La circolare del ministero ribadisce che è "un vero e proprio obbligo" verificare il possesso della certificazione verde da parte dei soggetti che intendano accedere "alle attività per le quali essa è prescritta", quindi bar e ristoranti, ma anche teatri o cinema. Ma queste attività non devono chiedere necessariamente anche il documento d'identità per una verifica, a meno che non vi siano casi di "palese falsità".

A questo proposito era stata proprio la ministra dell'Interno Lamorgese questa mattina a spiegare che "il ristoratore deve chiedere il Green Pass, ma non spetta a lui controllare i documenti dei clienti" per cui i gestori dei locali "non sono tenuti a chiedere patente o carta d'identità. La nostra polizia amministrativa, oltre a continuare a presidiare il territorio, farà dei controlli a campione a supporto dei pubblici esercizi. Vista la confusione che c'è stata, ci sarà una circolare del Viminale per fare chiarezza", aveva annunciato.

Per il Garante della Privacy i ristoratori sono comunque autorizzati a effettuare anche i controlli dei documenti d'identità: l'autorità, citando il Dpcm dello scorso 17 giugno, ha fatto notare che anche "i titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi" possono richiedere agli intestatari della certificazione verde di esibire un documento d'identità". Un'indicazione che in teoria va in direzione opposta a quanto chiarito dalla ministra Lamorgese questa mattina.

La circolare annunciata è stata anticipata questa sera dal Corriere della Sera: "La verifica dell'identità della persona in possesso della certificazione verde ha natura discrezionale ed è rivolta a garantire il legittimo possesso della certificazione medesima – si legge – Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme. Come ad esempio quando appaia manifesta l'incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione". Inoltre "nelle suindicate fattispecie l'avventore è tenuto all'esibizione del documento di identità".

In ogni caso il controllo deve essere svolto "con modalità che tutelino la riservatezza della persona". Viene poi sottolineato che "qualora si accerti la non corrispondenza fra il possessore della certificazione e l’intestatario della medesima, la sanzione si applica solo all’avventore, laddove non siano riscontrabili palesi responsabilità a carico dell’esercente".

Per quanto riguarda invece eventi sportivi e stadi "possono essere abilitati alle verifiche i cosiddetti steward, ossia il personale iscritto negli appositi elenchi dei questori, il cui impiego in servizi ausiliari delle forze di polizia è previsto negli impianti sportivi".

I green pass falsi

Palazzo Chigi ha chiarito che è possibile controllare se il green pass è contraffatto con una App dedicata: "Per verificare se una Certificazione verde è autentica bisogna utilizzare l’app gratuita VerificaC19 installata su un dispositivo mobile (non è necessario avere una connessione internet)". Ma "L’app non memorizza le informazioni personali sul dispositivo del verificatore".

Il Viminale chiede attenzione nei controlli

Il Viminale chiede "la massima attenzione nelle attività di verifica e controllo sull’impiego delle certificazioni, anche con specifico riferimento alle aree maggiormente interessate alla presenza di attività sottoposte a verifica, facendone oggetto di apposita programmazione in sede di comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza".

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