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“Grave carenza di infermieri, sono pochi e sottopagati”: l’analisi Gimbe sul Pnrr

Per il primo trimestre 2024 la Missione Salute del Pnrr risulta in regola con le scadenze europee. Lo riporta la Fondazione Gimbe che però registra la grave carenza di infermieri, pochi e sottopagati, e ritardi nell’attuazione di alcuni obiettivi nazionali, con marcate differenze tra Nord e Sud Italia. Dopo la rimodulazione del Pnrr inoltre permangono dubbi su alcune risorse e progetti slittati al 2026. “Così si indebolisce l’impatto impatto del Pnrr sul servizio sanitario italiano”, commenta il presidente Nino Cartabellotta.
A cura di Giulia Casula
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Procede l'attività di monitoraggio della Fondazione Gimbe sullo stato di avanzamento della Missione Salute del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Al primo trimestre 2024, risultano rispettate tutte le scadenze europee ma l'Osservatorio Gimbe registra, oltre a una grave carenza di infermieri nei nostri ospedali,  ritardi nella realizzazione di alcuni target nazionali, con profonde differenze tra Nord e Sud Italia. Un divario che pesa sullo stato di salute del Servizio sanitario nazionale del Mezzogiorno. È il caso dell'assistenza domiciliare per gli over 65 , target che vede la Sicilia fare da fanalino di coda con un aumento di appena l'1%.

Fonte: Fondazione Gimbe
Fonte: Fondazione Gimbe

Dopo la rimodulazione del Pnrr incognite su risorse e progetti slittati al 2026

Il rapporto di Gimbe evidenzia come la rimodulazione della Missione Salute approvata a febbraio ha comportato la redistribuzione, rispetto al piano originale, di alcune risorse, che hanno finito per penalizzare progetti come la costruzione di strutture sanitarie o la realizzazione di posti letto destinati alle terapie intensive. "Se, come previsto dal piano di rimodulazione presentato dall’Italia, saranno espunte le strutture da realizzare ex novo – spiega il presidente Nino Cartabellotta – ad essere penalizzate saranno le Regioni del Mezzogiorno la cui dotazione iniziale era esigua". Al momento non è chiaro dove andranno a finire le risorse rimosse né i tempi di realizzazione degli interventi rimandati nell'ambito della rimodulazione prevista dal Decreto Pnrr.

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In particolare tra i fondi su cui è intervenuto il decreto, l'articolo 1 ha previsto lo spostamento di oltre un miliardo di euro dal progetto di ammodernamento degli ospedali previsto dal Piano Nazionale per gli investimenti complementari  all'edilizia sanitaria generica. Alcuni target come l'attivazione delle Centrali Operative Territoriali e l'installazione di grandi apparecchiature, invece, sono stati rimandati. Senza una chiara indicazione su quando e come verranno affrontati questi interventi in futuro – osserva Gimbe – permangono i dubbi sull'efficacia complessiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel settore sanitario.

"Rinviare le scadenze e rimodulare al ribasso gli obiettivi del Pnrr senza chiarire la distribuzione regionale dei tagli, l’entità e la disponibilità delle risorse necessarie e la definizione di nuove scadenze per quanto rimasto fuori dal piano di rimodulazione, indebolisce ulteriormente il potenziale impatto del Pnrr sul rilancio del Servizio sanitario nazionale", commenta Cartabellotta.

Resta il nodo infermieri, pochi e sottopagati

Resta infine, il nodo infermieri. La grave carenza di personale infermieristico evidenziata dai Gimbe rappresenta un problema cruciale per il sistema sanitario italiano che secondo i dati del 2021 conta circa 6,2 infermieri per 1.000 abitanti, rispetto ad una media Ocse di 9,9. Ma le limitate prospettive di carriera, gli stipendi sotto la media europea e i rischi legati alla sicurezza rendono la professione poco attrattiva nel nostro paese. Eppure secondo le stime di Agenas, per attuare la riforma dell’assistenza territoriale l'Italia avrebbe bisogno di oltre ventimila infermieri in più nei suoi ospedali.

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