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Cartabellotta: “Pnrr è grande opportunità per sanità pubblica, ma va sostenuto con politiche mirate”

La fondazione Gimbe ha avviato il monitoraggio dell’implementazione del Pnrr che analizzerà la realizzazione dei progetti che riguardano la Missione Salute: attualmente ci sarebbero dei ritardi non significativi.
A cura di Andrea Miniutti
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La fondazione Gimbe avvia il monitoraggio della Missione Salute del Pnrr: l'Osservatorio sul Servizio Sanitario Nazionale si occuperà di analizzare lo stato di avanzamento dei progetti e il raggiungimento dei target da parte del governo italiano. Attualmente, stando ai dati pubblicati dal Ministero della Salute, sono stati raggiunti tutte le milestone e i target europei del triennio 2021-2023 tranne quello che prevede "almeno un progetto di telemedicina per Regione", mentre per quanto riguarda quelli nazionali diverse scadenze sono state posticipate.

"È bene precisare – ha sottolineato Nino Cartabellotta, presidente della fondazione –che i traguardi e gli obiettivi nazionali costituiscono step intermedi che non condizionano l’erogazione dei fondi da parte dell’Europa, ma devono comunque essere attentamente monitorati perché potrebbero compromettere le correlate scadenze europee".

Grafico Gimbe: milestone (M) e target (T) di interesse nazionale non raggiunti al 30 settembre 2023
Grafico Gimbe: milestone (M) e target (T) di interesse nazionale non raggiunti al 30 settembre 2023

Ma la situazione è ancora sotto controllo. Per Cartabellotta "i ritardi sulle scadenze italiane non sono particolarmente critici" e sono principalmente dovuti "alle enormi differenze sulla capacità delle Regioni nell’erogare l’assistenza domiciliare, ambito in cui la maggior parte di quelle del centro-sud era già molto indietro".

La fondazione ha analizzato anche la seconda relazione Agenas sullo stato di implementazione del DM 77 – la riforma prevista dal PNRR per riorganizzare l’assistenza territoriale -, un rapporto che ha analizzato lo stato dell'attivazione (al mese di giugno 2023) di alcune strutture:

  • le Case della Comunità, che sono il punto di accesso sul territorio con cui il cittadino entra in contatto con il sistema socio-sanitario, sono attualmente 187 quelle in funzione sulle 1430 previste entro il 2026;
  • le Centrali Operative Territoriali, che hanno il compito di coordinare i vari servizi sul territorio, sono 77 quelle dichiarate attive sul totale di 611 da attivare entro il 2024;
  • infine, gli Ospedali di Comunità, cioè i centri che hanno una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero, sono attualmente 76, ma entro il 2026 dovranno essere 434.

Per il presidente di Gimbe questi dati spiegano quanto i lavori stiano procedendo a rilento: "Complessivamente il monitoraggio Agenas conferma il netto ritardo di tutte le Regioni del Sud nell’attivazione delle strutture previste dal DM 77. Un ritardo imputabile non a inefficienze locali, ma semplicemente al ‘punto di partenza' dell’assistenza territoriale nelle regioni meridionali".

Grafico Gimbe: strutture funzionalmente attive
Grafico Gimbe: strutture funzionalmente attive

Il governo Meloni ha chiesto all'Unione europea di rivedere alcune voci del Pnrr alla luce dell'aumento dei costi dell'investimento e dei tempi di attuazione, ma per quanto riguarda le modifiche alla Missione Salute non sono ancora state ratificate dal Consiglio. Come spiega Gimbe, per quanto riguarda la sanità la rimodulazione rivedrebbe al ribasso i numeri di alcuni progetti: la soppressione della costruzione di 414 Case di Comunità di 414 unità, di 76 Centrali Operative Territoriali e di 96 ospedali di Comunità, oltre che l'eliminazione di 22 interventi di anti-sismici e il differimento di alcune scadenze.

Grafico Gimbe: proposta di rimodulazione delle opere edilizie
Grafico Gimbe: proposta di rimodulazione delle opere edilizie

La realizzazione di queste opere sarebbe quindi delegata alle Regioni che dovrebbero usare i soldi non spesi del programma di investimenti in edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico: "Sembra poco realistica – commenta Cartabellotta – la possibilità di finanziare le strutture espunte con i fondi per la ristrutturazione edilizia e ammodernamento tecnologico (ex. art. 20) non utilizzati dalle Regioni, che hanno infatti già rilevato numerosi ostacoli. Peraltro, non è affatto chiaro come attuare il meccanismo compensatorio tra Regioni: infatti, l’entità dei fondi ex art. 20 non utilizzati non coincide con la distribuzione regionale delle strutture espunte dal PNRR".

Inoltre, la rimodulazione richiesta prevede che il taglio di questi programmi vada a finanziare 100 progetti innovativi sulla gestione logistica dei farmaci, l'adeguamento di 100 sale operatorie, l'acquisto e/o il noleggio di 80 robot chirurgici e di apparecchiature di radiodiagnostica base e/o radiologia domiciliare per i poliambulatori specialistici pubblici.

A gravare sui ritardi del raggiungimento delle scadenze nazionali del Pnrr ci sarebbero la grave carenza di personale infermieristico e le modalità di coinvolgimento dei medici di famiglia, oltre che le differenze regionali. Per Nino Cartabellotta è necessario un intervento deciso dello Stato: "Se è certo che la Missione Salute del PNRR rappresenta una grande opportunità per potenziare il SSN la sua attuazione deve essere sostenuta da azioni politiche". Il presidente della fondazione Gimbe sostiene che serve "mettere in campo coraggiose riforme di sistema" tramite assunzioni per il personale sanitario e la riduzione delle differenze tra le regioni del Nord Italia e quelle del Sud, ma soprattutto rafforzando il Sistema sanitario nazionale: "Purtroppo, da un lato le proposte di rimodulazione del PNRR, dall’altro le previsioni della NaDEF 2023 sulla spesa sanitaria e la Legge di Bilancio 2024 non sembrano affatto andare in questa direzione".

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