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Governo, l’appello di Di Maio contro Renzi: “Non bisogna rincorrere uno che ha il 4%”

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, snobba Matteo Renzi e chiede ai suoi alleati di governo di ignorarlo e di evitare polemiche a mezzo stampa con il leader di Italia Viva: “Non bisogna rincorrere uno che ha il 4%, gli fanno solo un favore”, afferma il capo politico del Movimento 5 Stelle rivolgendosi soprattutto al Pd.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il clima nel governo resta teso e le ultime uscite di Matteo Renzi e Italia Viva non piacciono a gran parte dell’esecutivo e delle forze di maggioranza. A confermarlo è anche un’intervista rilasciata dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, al Fatto Quotidiano. Con una serie di avvertimenti e consigli rivolti a tutti gli alleati di governo. “Sui giornali ho letto troppi annunci: prima di dire, facciamo”, è il primo consiglio già dato nelle scorse ore. E il riferimento, spiega, non era solo a Matteo Renzi e Roberto Speranza dopo le loro interviste: “Il mio è un appello rivolto a tutti. Vedo membri di governo che scrivono la manovra sui giornali, ma non bisogna cadere nell’annuncite: è una sindrome leghista”.

Gli annunci criticati da Di Maio sono, però, gli stessi che lui ha fatto quando dal balcone di Palazzo Chigi annunciava di aver abolito la povertà: “Proprio perché ci sono passato – si giustifica – dobbiamo imparare dagli errori, senza fare la gara a chi dichiara o annuncia di più. Si prenda esempio dai ministri dell’Economia Gualtieri e dell’Interno Lamorgese, che prima di dire fanno. Temo che sia partito tutto dalla lettera di Renzi al Corriere. Leggo troppe interviste tra Pd e Italia Viva, gli uni contro gli altri e così si dà la percezione di una lite continua nel governo”. Una percezione che il capo politico del M5s non vuole dare e per questo lancia un chiaro messaggio contro Matteo Renzi: “Non bisogna rincorrere uno che ha il 4%, gli fanno solo un favore”.

Di Maio snobba Renzi, sostenendo che “se si andasse a elezioni, il suo partito non entrerebbe in Parlamento. Rispondendogli, non si fa che alimentare la promozione della Leopolda, cioè il suo gioco”. Allora quello che serve adesso è “fare un punto tra ministri e capigruppo per dare chiaramente le regole di ingaggio, perché i problemi di comunicazioni potrebbero diventare politici”. Nessuna replica, invece, sulle accuse di Renzi nei confronti del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sul caso Russiagate: “Le considerazioni di Renzi non meritano risposta. Per il resto, io mi fido ciecamente di Conte, e sono certo che darà tutte le risposte necessarie in audizione al Copasir”.

Il taglio dei parlamentari si avvicina, con il voto previsto in questi giorni alla Camera. Il timore di qualche imboscata per Di Maio sembra rimanere, ma solo in minima parte: “Mi aspetto che venga votato a grande maggioranza e in modo trasversale, anche dai parlamentari di opposizione”. Per quanto riguarda le possibili uscite dal M5s, il capo politico pentastellato sostiene di non avere segnali in tal senso e aggiunge: “Abbiamo deciso di chiedere a chi è uscito i soldi delle restituzioni non effettuate e quelle per gli anni che passeranno in un’altra forza politica. Per esempio anche a Silvia Vono che non restituiva da ottobre”. Infine, sul suo ruolo, Di Maio afferma di voler rimanere capo politico, pur dicendosi favorevole a una redistribuzione dei compiti: “Se si dividono le responsabilità io sono contento”.

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