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Gli immigrati creano più ricchezza di quanto lo Stato non spenda per loro

I lavoratori immigrati in Italia versano in tasse 26,6 miliardi di euro, mentre il costo totale dei servizi a loro erogati corrisponde a 26,1 miliardi. Ne risulta un beneficio netto per lo Stato di 500 milioni di euro. Questo il quadro che emerge dal Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione ad opera della Fondazione Leone Moressa, che evidenzia come la presenza di lavoratori stranieri residenti in Italia sia conveniente per lo Stato.
A cura di Annalisa Girardi
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La presenza di immigrati in Italia è decisamente conveniente per lo Stato. Infatti, i lavoratori stranieri che vivono nel nostro Paese producono una ricchezza pari al 9,5% del Pil, ben 147 miliardi di euro. E versano in tasse 26,6 miliardi di euro, mentre il costo totale dei servizi a loro erogati corrisponde a 26,1 miliardi, circa il 3% della spesa pubblica. Se si confrontano tasse, imposte e contributi pagati dagli stranieri residenti in Italia con quelli che lo Stato spende per loro, risulterà un beneficio netto per il secondo di 500 milioni di euro. Mezzo miliardo su cui possono fare conto le casse pubbliche dovuti meramente alla presenza di immigrati che lavorano sul nostro territorio. Sono i dati del Rapporto annuale sull'economia dell'immigrazione ad opera della Fondazione Leone Moressa, redatto con il contributo della Cgia di Mestre, il patrocinio dell'Organizzazione Internazionale per le migrazioni, dei ministeri degli Esteri e dell'Economia e dell'Università Ca' Foscari di Venezia.

Sono 2,5 milioni i lavoratori stranieri residenti in Italia. E come abbiamo visto generano più benefici che costi. Un utile che potrebbe essere ancora più elevato, di altri 360 milioni all'anno, viste le regolarizzazioni avviate nel 2020. Rispetto a dieci anni fa sono 600 mila in più. Per la maggior parte svolgono lavori per cui non serve un'alta qualificazione, il 56,3% sono uomini e sette su dieci hanno tra i 35 e i 54 anni. La percentuale di laureati si attesta attorno al 12%, mentre oltre la metà presenta come titolo di studio la terza media.

Non si tiene conto degli irregolari. Ragion per cui si pensa che il contributo della presenza di lavoratori stranieri in Italia potrebbe essere ancora più alto: dai numeri riportati sfuggono gli stranieri che risiedono irregolarmente sul territorio e che spesso per forza di cose finiscono per fare affidamento sul lavoro nero.

Nel report si sottolinea che gli stranieri presenti in Italia sono in aumento: dal 2010 ad oggi sono passati da 3,65 a 5,26 milioni. Ma sempre meno persone vengono nel nostro Paese per lavoro. Nonostante ciò negli ultimi 10 anni sono comunque aumentati del 32,7% gli immigrati che aprono nuove attività nel nostro Paese: sono circa 772 mila, il 10% del totale italiano. Per la maggior parte si tratta di cittadini cinesi, ma figurano anche molti rumeni e marocchini. Una crescita degna di nota si registra però anche tra gli imprenditori del Bangladesh e del Pakistan. In totale si contano 584 mila imprese straniere che producono un valore aggiunto di 125,9 miliardi.

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