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Meloni chiude Atreju dal palco attacca Saviano: “Racconta la Camorra per fare più soldi”. E cita Tolkien

La premier Giorgia Meloni chiude l’evento di Atreju: “Non siamo un fuoco di paglia: non siamo arrivati al governo per fortuna, da improvvisati della politica, ma perché per decenni abbiamo studiato ed elaborato un progetto”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni chiude l'evento di Atreju dal palco: "Non siamo un fuoco di paglia: non siamo arrivati al governo per fortuna, da improvvisati della politica, ma perché per decenni abbiamo studiato ed elaborato un progetto" che "portiamo avanti a testa alta, schiena dritta, scarpe piene di fango e mani pulite".

Quindi è il momento dei ringraziamenti: "Grazie a tutti quelli che si sono fatti il mazzo a via della Scrofa" per la buona riuscita di Atreju, "compresa Arianna", ha detto nominando la sorella, responsabile tesseramento e della segreteria politica di Fratelli d'Italia. "Atreju quest'anno è molto più bella di tutte le edizioni precedenti, di tutte quelle che io ero stata così fiera di organizzare e mi rende orgogliosa sapere che mentre ero occupata altrove, qualcun altro si e' caricato sulle spalle questa storia infinita e ha continuato a farla crescere", ha affermato la premier. "Questa è una cosa che ci invidia moltissima gente, che ci sono giovani che ancora credono nella politica nella militanza che si battono per le loro idee: è raro e prezioso", ha sottolineato.

Meloni nel suo discorso conclusivo, dopo quattro giorni di kermesse, torna sulla condanna della Gestazione per altri, pratica che il suo partito con una legge vuole rendere reato universale: "I bambini non sono un oggetto, non si comprano e non si vendono, la maternità non è un business, sembra una banalità ma va detto. Per questo sono fiera che presto, grazie ai nostri parlamentari, l'utero in affitto diventerà reato universale". La legge ha già ottenuto il via libera dalla Camera.

Durante l'intervento di chiusura della manifestazione Meloni ha anche citato lo scrittore del Signore degli Anelli, Tolkien, per giurare che non cederà al potere maligno sprigionato dall'anello di Sauron: "Amo Tolkien ancora di più, perché aveva ragione: l'anello" del potere "ti lusinga, cerca di farti perdere il senso della realtà: ‘un anello per domarli, un anello per trovarli, un anello per ghermirli e nel buio incatenarli".

"Più forte di quell'anello c'è una compagnia che ti accompagna – ha affermato – dove ognuno fa la sua parte ed è pronto a prenderti in braccio se non ce la fai. Quell'anello non ci avrà mai, oggi siamo le stesse persone che eravamo ieri e domani saremo le stesse persone che siamo oggi. Porteremo il nostro compito a termine, costi quel che costi, ciascuno nel suo ruolo come un suol uomo".

Un passaggio anche sul Superbonus, misura che il governo non vuole più prorogare. Con il bonus edilizio al 110% "abbiamo ristrutturato perfino sei castelli. E tutto questo ha lasciato ad ogni italiano un debito da pagare di duemila euro a testa. Per non parlare delle truffe, che hanno reso questo provvedimento il più grande regalo mai fatto dallo Stato italiano a disonesti e truffatori".

Meloni non ha risparmiato critiche neanche al Reddito di cittadinanza: "Se chi prendeva il reddito di cittadinanza per lavorare in nero quando avrebbe potuto farlo mi detesta, poco importa. Non intendo comprare il consenso della gente. Quello è un privilegio che lascio ad altre forze politiche", ha detto riferendosi alla sospensione della misura. "Lo rifarei mille volte", ha aggiunto.

Meloni contro Saviano

Giorgia Meloni dal palco ha lanciato anche un pesantissimo attacco all'opposizione, criticando in particolare Conte e Schlein per la loro assenza, e ha tirato in ballo anche lo scrittore e giornalista Saviano: "Caivano è un territorio che era stato abbandonato dallo Stato. Voglio ringraziare di cuore le forze dell'ordine che presidiano quel territorio, uomini e donne talvolta figli e figlie di quei territori che hanno scelto la libertà e la legge che difende quella libertà. Storie da raccontare che nessuno scrittore racconta, forse perché i camorristi fanno vendere molto di più, ci si fanno le serie televisive, regalano celebrità, ricchezza e magari un pulpito da New York da cui dare lezioni di legalità agli italiani, sempre si intende a pagamento".

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