111 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Gimbe: “Non sono ancora state consegnate quasi la metà delle dosi di vaccino previste”

“Per rispettare le scadenze contrattuali fissate 31 marzo rimangono da consegnare oltre 7 milioni di dosi nelle prossime due settimane”: lo afferma Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe, sottolineando che a due settimane dalla fine del primo trimestre del 2021 non sono ancora state consegnate quasi la metà delle dosi previste.
A cura di Annalisa Girardi
111 CONDIVISIONI
Immagine

Aumento dei nuovi casi di coronavirus, crescita dei ricoveri, raddoppio degli ingressi in terapia intensiva. Il monitoraggio della fondazione Gimbe fotografa un quadro di peggioramento della situazione epidemiologica nell'ultima settimana e, allo stesso tempo, un ritardo importante nella campagna vaccinale: a due settimane dalla fine del primo trimestre del 2021, sottolinea il think tank, non sono ancora state consegnate quasi la metà delle dosi previste. E in tutto questo, il caos sul vaccino AstraZeneca, al di là dell'ulteriore rallentamento della campagna vaccinale, rischia di produrre un "effetto boomerang figlio di una comunicazione istituzionale inadeguata e di una decisione più politica che scientifica".

Andiamo ad analizzare i numeri dell'ultima settimana, quella che va dal 10 al 16 marzo. Rispetto a quella precedente, come anticipato, si registra un ulteriore incremento sia dei nuovi casi che dei decessi. Continuano ad aumentare sia gli attualmente positivi, sia le persone in isolamento domiciliare che i ricoveri. Anche quelli in terapia intensiva.

  • Decessi: 2.522 (+15,1%)
  • Terapia intensiva: +500 (+18,1%)
  • Ricoverati con sintomi: +3.705 (+16,5%)
  • Isolamento domiciliare: +53.027 (11,7%)
  • Nuovi casi: 157.677 (+8,3%)
  • Casi attualmente positivi: +57.232 (+12%)
Immagine
Immagine
Immagine

L'aumento dei positivi e la situazione negli ospedali

"L'ulteriore incremento dei nuovi casi ha determinato nell’ultima settimana la netta espansione del bacino dei casi attualmente positivi, aumentato di oltre 57 mila unità", ha commentato il presidente della fondazione Gimbe, il dottor Nino Cartabellotta, sottolineando che questa settimana i casi di infezione ogni 100 mila abitanti crescono in 16 Regioni e in 15 si registra un incremento percentuale dei nuovi casi.

Immagine

Chiaramente questo aumento di casi positivi si riflette sulla curva relativa ai servizi ospedalieri. In 9 Regioni l'occupazione di posti letto da parte di pazienti Covid in area medica è oltre la soglia di allerta al 40%. Per quanto riguarda le terapie intensive la soglia critica al 30% è superata il 13 Regioni e in particolare in 5 di queste (Toscana, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Molise) è oltre il 40% e in altre 5 (Emilia Romagna, Lombardia, Umbria, Marche, Provincia autonoma di Trento) addirittura sopra il 50%. "Il sovraccarico ospedaliero oltre a rendere più complessa l’assistenza dei pazienti Covid, aumenta lo stress di personale e servizi ospedalieri e impone di rimandare interventi chirurgici e altre prestazioni non urgenti per pazienti non Covid", ha precisato Renata Gili, responsabile di ricerca sui servizi sanitari di Gimbe.

Immagine

"A preoccupare è anche il tren in continua ascesa dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva: in 4 settimane la media mobile a 7 giorni è aumentata del 94,2%, passando da 134 a 260", ha aggiunto Marco Mosti, il direttore operativo della fondazione.

Immagine

A che punto è la campagna vaccinale

Per quanto riguarda invece la campagna vaccinale, delle dosi previste nel primo trimestre del 2021, al 17 marzo risultano consegnate alle Regioni 8.597.500 dosi, poco più della metà di quelle previste.

Immagine

"Visto che per rispettare le scadenze contrattuali fissate 31 marzo rimangono da consegnare oltre 7 milioni di dosi nelle prossime due settimane, l’Europa deve mettere in campo nuovi strumenti per garantire le forniture, pena lo slittamento continuo dei piani vaccinali di tutti i Paesi", ha spiegato Cartabellotta. Al 17 marzo, inoltre, hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 2.145.434 milioni di persone, il 3,6% della popolazione attuale, con importanti differenze tra le Regioni. Si va infatti dal 2,71% della Calabria al 5,12% della Valle d'Aosta.

Immagine

L'accelerazione di massa che si era vista nelle ultime settimane ha subito una battuta d'arresto dopo la sospensione temporanea in via precauzionale del vaccino AstraZeneca. "A seguito di questo increscioso episodio al di là dei tempi organizzativi per ripartire, non è possibile stimare la riduzione dell’adesione generale alla campagna vaccinale, né l’impatto della diffidenza (o del rifiuto?) individuale rispetto al vaccino AstraZeneca. Un effetto boomerang generato da una comunicazione istituzionale frammentata e non lineare, frutto di una decisione impulsiva più politica che scientifica", ha commentato Cartabellotta.

Per quanto riguarda la protezione delle persone più fragili, degli oltre 4,4 milioni di over 80, hanno ricevuto la prima dose 1.258.139 (quindi il 28,5%) e 469.783 (il 10,6%) hanno completato il ciclo vaccinale. Anche in questo caso, con importanti differenze regionali.

Immagine

"Numeri in crescita, ma ancora troppo esigui per osservare risultati tangibili in termini di riduzione di ospedalizzazioni e decessi nella fascia di età più colpita dalla COVID-19", ha aggiunto Gili. Il presidente della fondazione ha poi aggiunto, concludendo: "Tre ragionevoli certezze documentano che stiamo attraversando una fase molto critica della pandemia. Innanzitutto, la terza ondata è ripartita da un “altopiano” determinando la rapida saturazione di posti letto in area medica e terapia intensiva, in particolare in alcune Regioni. In secondo luogo, il trend dei pazienti ospedalizzati e in terapia intensiva è in rapida ascesa e difficilmente raggiungerà il picco prima di 3 settimane dall’introduzione delle nuove misure restrittive. Infine, i ritardi delle forniture vaccinali e il caso AstraZeneca allontanano gli effetti della campagna vaccinale. In questo scenario, con una popolazione psicologicamente ed economicamente sfiancata e operatori sanitari allo stremo, quale sarà il cambio di passo del Governo Draghi per salvare, almeno in parte, la stagione estiva?".

111 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views