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Gimbe: “Accelerare con la vaccinazione e programmare le terze dosi almeno per gli over 50”

I dati del monitoraggio della Fondazione Gimbe di questa settimana evidenziano che tutti gli indicatori della pandemia di Covid sono in calo: dai positivi ai decessi. L’attenzione di Cartabellotta, però, si concentra sulla gestione della terza dose, che va programmata in vista dei prossimi mesi. Anche perché ci sono più di 13 milioni di dosi ferme nei depositi.
A cura di Tommaso Coluzzi
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I numeri della pandemia di Covid continuano a calare, ma il messaggio lanciato dalla Fondazione Gimbe è chiaro: non ci si può e non ci si deve adagiare. Il monitoraggio indipendente di questa settimana mette in evidenza ancora una volta un fattore: tutti i dati sulla curva epidemiologica crollano giorno dopo giorno, ed è grazie al vaccino. Decessi 311 (-19,4%), terapia intensiva -26 (-5,7%), ricoverati con sintomi -450 (-13,2%), isolamento domiciliare -8.097 (-8,5%), nuovi casi 21.060 (-9,1%), casi attualmente positivi -8.573 (-8,7%). Insomma, il calo è evidente a livello generale, ma non è il momento di abbassare la guardia: "Ormai da cinque settimane consecutive – spiega il presidente della fondazione Nino Cartabellotta – il dato nazionale mostra una discesa dei nuovi casi settimanali, anche se nell’ultima settimana, rispetto alla precedente, cinque Regioni registrano un incremento percentuale dei contagi".

Vaccini contro il Covid, a che punto siamo

Secondo il report settimanale di Gimbe, le dosi di scorta, quelle che di fatto vengono tenute ferme in frigorifero, raggiungono quota 13,4 milioni. La campagna di vaccinazione contro il Covid, intanto, prosegue: il 76,8% della popolazione ha ricevuto almeno una dose, il 72,4% ha completato il ciclo vaccinale. Nell’ultima settimana scende ancora il numero di somministrazioni – con l'effetto green pass che, se mai c'è stato, sembra essersi già esaurito – per una media giornaliera di meno di 160mila iniezioni. La criticità maggiore continua ad essere rappresentata dai 3,4 milioni di over 50 che non hanno completato il ciclo vaccinale, di cui 2,59 milioni non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino.

Perché bisogna programmare la terza dose

Per Cartabellotta "la priorità assoluta rimane quella di somministrare il ciclo completo a tutta la popolazione vaccinabile, in particolare agli over 50". Tuttavia, "a fronte dei primi segnali di un lieve ma costante calo dell’efficacia vaccinale su ospedalizzazioni, terapie intensive e decessi, è necessaria una programmazione strategica per somministrare la dose di richiamo alla popolazione generale – spiega il presidente di Gimbe – Anche per evitare, dopo il via libera dell’Ema agli over 18, che le Regioni procedano in ordine sparso, senza seguire le priorità basate sul rischio individuale". Per questo motivo la Fondazione propone quattro azioni da avviare contemporaneamente: accelerare la somministrazione della terza dose alle categorie prioritarie; ampliare progressivamente la platea vaccinabile con dose booster alle fasce anagrafiche a rischio di malattia grave e decesso; programmare per tutti gli over 50 la chiamata attiva a sei mesi dal completamento del ciclo; estendere l’obbligo della dose booster per gli operatori sanitari.

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