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Gianluigi Paragone si è dimesso da segretario di Italexit per l’Italia

Il fondatore e leader di Italexit per l’Italia ha deciso di farsi da parte: “Le mie dimissioni sono irrevocabili – ha scritto Gianluigi Paragone in una lettera – sciolgo totalmente il mio rapporto con il partito, non potrà più avvalersi del mio nome”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Gianluigi Paragone dice addio. Addio al partito da lui fondato, Italexit per l'Italia, ma anche alla politica. Con una lunga lettera pubblicata sul sito della sua formazione, il giornalista annuncia di aver rassegnato le dimissioni da segretario nazionale, senza spiegare realmente i motivi del suo gesto. Il passo indietro di Paragone – o così almeno l'ex parlamentare del Movimento 5 Stelle ha cercato di farlo apparire – sembra più che altro una brutta rottura: "Carissimi elettori, tesserati e simpatizzanti di Italexit per l’Italia, la mia segreteria termina qui. Ho rassegnato le mie dimissioni irrevocabili", comincia Paragone.

"Non c’è una sola ragione che può motivare una scelta così radicale, ci si arriva perché il tempo fa maturare alcune idee e alcuni pensieri", continua il leader uscente. Poi Paragone elenca una serie di motivazioni: la prima è che aveva detto che non sarebbe rimasto segretario a lungo e che il partito ha bisogno di energie nuove; la seconda è la mancata ratifica del Mes da parte della maggioranza, che riduce lo spazio politico per il partito. Poi Paragone scrive: "Io la penso così e siccome non è mia intenzione convincere tutti della mia lettura dei fatti è giusto che io non impegni il partito e rassegni le dimissioni".

L'ex parlamentare, però, rivela anche la sua volontà di abbandonare la politica: "Continuerò a elaborare il mio pensiero nelle vesti che mi sono più proprie, ossia quelle giornalistiche e di saggista. Avendo accresciuto il mio impegno professionale, non intendo generare confusione nell’elettore, nel telespettatore e nel lettore". Perciò, aggiunge, "è giusto che io sciolga totalmente il mio rapporto con il partito", che "da questo momento in avanti non potrà più avvalersi del mio nome e del mio cognome per le proprie attività". Secondo Paragone è una "questione di correttezza". Il fondatore, insomma, rigetta completamente la sua creatura: "Ho dato mandato affinché sul sito scompaiano i miei riferimenti personali così da non generare confusione" e "chiederò inoltre alle società di sondaggio di eliminare il mio cognome dal nome del partito".

Infine i saluti: "Sono stati anni di intense battaglie, che rifarei tutte. Per questo le tengo nella mia memoria e nel mio cuore. Grazie a tutti coloro che ci hanno dato fiducia e sostegno – conclude Paragone – A tutti auguro buona strada".

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