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Gender pay gap, una donna guadagna 84 centesimi per ogni euro guadagnato da un uomo

Quest’anno in Europa l’Equal Pay Day si celebra il 4 novembre in quanto questo sarebbe il giorno in cui le donne smettono simbolicamente di essere pagate rispetto ai loro colleghi maschi per un anno dello stesso lavoro. Fra i Paesi europei l’Italia presenta uno dei livelli di gender pay gap (divario retributivo) più basso: Significa quindi che il nostro Paese sia un modello in quanto a pari opportunità e uguaglianza remunerativa sul lavoro? Non proprio: vediamo perchè.
A cura di Annalisa Girardi
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Oggi si celebra l'Equal Pay Day, la Giornata della parità retributiva. Si tratta di una data simbolica dedicata alla sensibilizzazione sul divario retributivo di genere. Quest'anno, in Europa, si celebra proprio il 4 novembre in quanto questo sarebbe il giorno in cui le donne smettono simbolicamente di essere pagate rispetto ai loro colleghi maschi per un anno dello stesso lavoro. Le lavoratrici dell'Unione europea guadagnano ancora in media il 16% in meno rispetto ai lavoratori: il dato è in leggero miglioramento rispetto al 16,2% registrato lo scorso anno, ma si tratta di un problema sociale che continua ad affliggere la nostra società e sul quale spesso non si discute abbastanza.

Per questo, la Commissione ha deciso di pubblicare un report sul gender pay gap, evidenziando come il fenomeno sia ancora presente nell'Unione e parlando di possibili soluzioni e della posizione dell'opinione pubblica a riguardo. Il vicepresidente Frans Timmermans, la commissaria per l'Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, Marianne Thyssen, e la commissaria per la giustizia, i consumatori e l'uguaglianza di genere Věra Jourová hanno dichiarato in una nota congiunta: "Sono passati 60 anni da quando il principio della parità retributiva è stato scritto nei trattati europei, eppure le donne in Europa non vedono ancora leggi che corrispondano alla realtà della loro vita quotidiana. Le donne europee lavorano ancora gratis per due mesi rispetto ai loro colleghi maschi e i progressi sono troppo lenti. Sebbene negli ultimi cinque anni abbiamo compiuto alcuni passi nella giusta direzione, è necessario fare di più e più rapidamente".

La nota prosegue: "Nove europei su dieci – donne e uomini – pensano che sia inaccettabile che le donne siano pagate meno degli uomini per lo stesso lavoro. La conoscenza è potere: più saranno trasparenti le cause del divario retributivo, meglio saremo in grado di affrontarlo. Il 64% degli europei ha dichiarato di essere favorevole alla pubblicazione dei salari medi per tipo di lavoro e genere nella propria azienda. La trasparenza retributiva, combinata con altre soluzioni come una distribuzione equa delle responsabilità di assistenza tra donne e uomini – abilitata dalla nuova direttiva Ue sul congedo parentale e assistenziale – ci aiuterebbe ad affrontare le cause profonde del divario retributivo di genere. Accogliamo pertanto con favore l'annuncio del presidente eletto von der Leyen di presentare misure che introducono una trasparenza salariale vincolante nei primi 100 giorni del nuovo mandato. Dobbiamo continuare a combattere il divario retributivo di genere, per una forza lavoro più efficace e per una società più giusta".

Che cos'è il gender pay gap?

Per prima cosa il documento si preoccupa di spiegare che cosa sia il gender pay gap, ossia il divario retributivo. Si tratta della differenza tra i guadagni orari lordi tra uomini e donne. Nonostante i trattati europeo prevedano lo stesso principio di parità retributiva per uomini e donne e la direttiva europea sulla parità di trattamento tra uomini e donne in materia di occupazione e impiego vieti direttamente e discriminazione indiretta basata sul sesso per quanto riguarda a tutti gli aspetti e le condizioni di remunerazione, ad oggi le lavoratrici dell'Unione guadagnano un 16% orario in meno rispetto ai loro colleghi maschi.

In altri termini, una donna guadagna 84 centesimi per ogni euro guadagnato da un uomo: se proiettiamo queste cifre su base annuale, una donna lavora in media due mesi gratis all'anno rispetto ad un uomo. Nonostante queste cifre stiano migliorando, lo stanno facendo ad un ritmo estremamente lento: infatti, negli ultimi 7 anni, il gender pay gap è diminuito solamente dell'1%. Per quanto riguarda la situazione specifica nei vari Stati membri, al primo posto per divario retributivo troviamo l'Estonia, seguita nel podio da Repubblica Ceca e Germania. I Paesi in cui invece questo è minore sono la Romania, il Lussemburgo e l'Italia.

Significa quindi che il nostro Paese sia un modello in quanto a pari opportunità e uguaglianza remunerativa sul lavoro? Non proprio. Infatti, come sottolinea il report, "il divario retributivo di genere non è un indicatore della disuguaglianza generale tra donne e uomini, e deve essere esaminato insieme ad altri indicatori collegati al mercato del lavoro, in particolare quelli che riflettono i diversi modelli di lavoro delle donne". A questo punto il documento fa riferimento alla specifica situazione italiana: "Nei Paesi in cui il tasso di occupazione femminile è basso (ad esempio l'Italia), il divario retributivo è inferiore alla media. Questo può essere un riflesso della piccola percentuale di donne poco qualificate o non qualificate nella forza lavoro. Un elevato divario retributivo è generalmente caratteristico di un mercato del lavoro altamente segregato, il che significa che le donne sono più concentrate in un numero limitato di settori e/o professioni (ad esempio Repubblica Ceca, Estonia e Finlandia) o in cui una percentuale significativa di donne lavora part-time (ad es. Germania e Austria)".

Le fake news sul gender pay gap

La relazione della Commissione europea si propone anche di analizzare tutta una serie di fake news che girano attorno al divario retributivo. In primis quella per cui molte donne lavorano part-time per cui è lecito che guadagnino meno. Sbagliato, rimarca l'esecutivo Ue: "Lavorare meno ore alla settimana significa portare a casa un salario settimanale inferiore, non una paga oraria inferiore". Inoltre, secondo alcuni, le donne guadagnerebbero meno in quanto scelgono posizioni lavorative meno retribuite. Ma anche questo non è vero, in quanto "le donne tendono a guadagnare meno all'ora rispetto agli uomini per lo stesso lavoro, sia che si tratti di una professione altamente qualificata sia che si tratti di un lavoro con qualifiche inferiori. Il divario retributivo di genere esiste in tutta la nostra economia e in tutti i settori e le professioni".

Secondo altri, invece, gli uomini hanno livelli di istruzione più elevati per cui è giusto che guadagnino di più. Tuttavia, anche questo si rivela falso, in quanto quasi il 60% dei laureati nell'Unione europea sono donne. Infine, a coloro che dicono che non si può fare nulla in quanto si tratta di un fenomeno ormai troppo radicato, il report risponde: "La Commissione europea ha sviluppato un piano d'azione che privilegia otto settori in modo da affrontare le cause sottostanti del divario retributivo di genere".

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