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G8 Genova, il capo della polizia Gabrielli: “Fu una catastrofe, a Bolzaneto fu tortura”

Il G8 del 2001 è servito per evitare che ci sia una “nuova Genova”, secondo Franco Gabrielli, il quale sostiene che l’allora capo della polizia Gianni De Gennaro si sarebbe dovuto dimettere “per restituire fiducia ai cittadini”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il G8 di Genova “fu semplicemente una catastrofe” e a Bolzaneto fu “tortura, dice chiaramente l’attuale capo della polizia Franco Gabrielli in un’intervista rilasciata a Repubblica. È giunto il momento di “mettere un punto” su questa vicenda, sostiene Gabrielli, perché se Genova è ancora oggi “motivo di dolore e diffidenza vuol dire che in questi 16 anni la riflessione non è stata sufficiente. Né è stato sufficiente chiedere scusa a posteriori”.

“Se fossi stato Gianni De Gennaro mi sarei dimesso, mi sarei assunto le mie responsabilità senza se e senza ma”, continua Gabrielli parlando dell’allora capo della polizia e spiegando che avrebbe dovuto lanciare un messaggio dimettendosi “per restituire fiducia ai cittadini e non far sentire i poliziotti sacrificati ad assetti interni all’apparato”. “Le sue mancate dimissioni – secondo l’attuale capo della polizia – hanno imprigionato il dibattito politico in un'irricevibile rappresentazione per cui il paese è diviso tra un partito della polizia e uno dell'anti-polizia”.

“Non ci sarà una nuova Genova”, sostiene Gabrielli spiegando che la ferita di allora è comunque servita e che questi sedici anni non sono passati inutilmente. “Il nostro sistema di sicurezza è oggi quello che conosciamo anche perché c’è stata Genova. Guardiamo cosa è accaduto ad Amburgo e cosa al G7 di Taormina. Non ci sarà una nuova Genova, è un fatto”. Secondo Gabrielli, la polizia “non deve avere degli identificativi di una legge, buona o meno che sia, sulla tortura, dello scrutinio legittimo dell’opinione pubblica. Consegniamo quel G8 di Genova alla storia. Perché questo ci renderà tutti più liberi. E quando dico tutti, penso al paese a alla polizia che di questo paese è figlia”.

La gestione dell’ordine pubblico “fu una catastrofe”: “A partire – argomenta il capo della polizia – dalla scelta sciagurata di far gestire l'ordine pubblico al vertice del dipartimento di pubblica sicurezza e non alla questura di Genova. A Genova saltò tutto, e saltò tutto da subito. Il problema era una cultura dell'ordine pubblico che scommetteva sul pattuglione”. Secondo Gabrielli sulla vicenda giudiziaria non ha influito una “magistratura ideologizzata”, “la polizia italiana non è stata perseguitata”, ma “allo stesso tempo i processi penali non hanno potuto scrivere una parola decisiva: a questo tipo di processo sfuggono quelle che io definisco responsabilità sistemiche”. Il parere dell’attuale capo della polizia è netto: è questo il motivo “per cui Diaz è diventata cappio espiatorio, e pochi ricordano Bolzaneto. Dove, lo dico chiaro, fu tortura. Ma se vogliamo storicizzare il G8, non penso che il singolo agente possa funzionare da fusibile per il sistema. Dobbiamo parlare anche del dirigente o del funzionario”.

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