Fischi contro La Russa all’anniversario della strage di Bologna, Bolognesi a Meloni: “Non riscriva la storia”

Fischi contro Ignazio La Russa alla commemorazione della strage di Bologna. Dal palco il presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime del 2 agosto 1980, Paolo Bolognesi, ha citato il presidente del Senato per ricordare che nel 2007 quando era ancora senatore "presenziò ai funerali del terrorista Nico Azzi che il 7 aprile 1973 tentò una strage sul treno Torino-Roma e fornì le bombe a mano che cinque giorni dopo due missini usarono per uccidere il poliziotto Antonio Marino durante un corteo del Msi a Milano". Durante quel passaggio una raffica di fischi si sono levati dalla piazza. "Ecco, mi avete fatto perdere il segno", ha scherzato il presidente dell'Associazione.
Il discorso di Bolognesi è stato più volte travolto dagli applausi da quanti si sono accalcati sotto al palco per ricordare gli 85 morti e gli oltre 200 feriti causati dalla bomba piazzata da un commando neofascista nella sala d'aspetto della stazione centrale. Bolognesi ha ricordato i legami con il Movimento sociale italiano di molti dei protagonisti della destra eversiva, che hanno segnato la stagione del terrorismo nero. "Sono queste le ‘radici che non gelano'. E con queste ci si deve fare i conti", dichiarato.
"In questi lunghi e faticosi anni, la nostra battaglia non è mai stata né mai sarà una battaglia ideologica: quando più di 40 anni fa, noi parenti delle vittime e feriti della strage del 2 agosto '80 ci siamo uniti in associazione, lo abbiamo fatto col puro intento di esercitare pienamente il nostro diritto di sapere come sono realmente andate le cose", ha proseguito Bolognesi, che ha voluto ricordare il primo presidente dell'associazione, Torquato Secci, "un grande uomo, che qui aveva perso suo figlio, è stato per noi come un padre. Con lui abbiamo affrontato e superato tanti ostacoli, e molte delle vittorie ottenute dopo la sua scomparsa sono maturate grazie ai semi piantati con lui".
Poi il presidente dell'Associazione delle vittime si è voluto rivolgere a Meloni: "Alla Presidente del Consiglio, che ci ha accusato di volerla esporre a ritorsioni, nel ricordare il passato da cui proviene, come quello da cui provengono gli esecutori delle stragi, vogliamo dire che una cosa è il rispetto per le Istituzioni, un'altra cosa è l'accettazione di riscritture interessate della storia, cosa che non siamo in alcun modo disposti a far passare", ha dichiarato. "Presidente Meloni – ha continuato – condannare la strage di Bologna senza riconoscerne e condannarne la matrice fascista è come condannare il frutto di una pianta velenosa, continuando ad annaffiarne le radici".
In dissenso rispetto alle parole del presidente dell'associazione, la ministra dell'Università Anna Maria Bernini, presente all'evento, si è allontanata dalla prima fila, da dove stava assistendo al discorso, ma è rimasta sul palco fino alla fine della cerimonia: "Sono rimasta per il profondo rispetto mio e del governo nei confronti delle vittime, ma dissento totalmente dall’accostamento tra una strage e l’attuale governo", ha replicato a margine.