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Fine vita, Salvini contro Zaia: “Anche io avrei votato no, bene la bocciatura della legge”

Nella Lega e nel centrodestra scoppia il caso fine vita, con la forte spaccatura in Veneto dove è stata bocciata una legge appoggiata dal governatore Zaia. Salvini attacca: “La vita va tutelata dalla culla alla fine, anche io avrei votato no”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Sul fine vita, nel centrodestra ci sono pareri contrastanti. O meglio, la linea principale sembra sempre più orientata verso la "protezione" della vita – che in soldoni significa privare le persone della libertà di scegliere – ma ci sono alcuni esponenti politici che, qui e lì, si mobilitano per rivedere la legge in merito ai diritti civili. Uno dei più in vista nel centrodestra è Luca Zaia, governatore del Veneto e "volto buono" della Lega, a cui in molti hanno guardato in passato come erede di Matteo Salvini, il giorno in cui – prima o poi accadrà – il leader abdicherà al trono. Quel giorno sembra lontano, ancor di più considerata la forte polemica interna scoppiata nelle ultime ore, con Zaia nell'occhio del ciclone – non risponde alle polemiche – e parte del partito schierata contro di lui.

La proposta di legge di iniziativa popolare sul suicidio assistito, presentata in Veneto all'inizio della scorsa estate, è arrivata al voto ed è stata bocciata. La Lega si è spaccata, con Zaia che si è dichiarato favorevole ma non ha saputo convogliare tutti i voti dei suoi. Alla fine, però, il testo non è passato per un solo voto, perciò in molti hanno guardato all'unica astensione dentro il Pd.

"La mia posizione è assolutamente chiara – ha commentato in mattinata Matteo Salvini ad Agorà – la vita va tutelata dalla culla alla fine, bisogna garantire tutte le cure necessarie alle future mamme e a coloro che sono in difficoltà alla fine dei loro giorni però senza arrivare ai livelli olandesi". Il Consiglio regionale del Veneto "ha votato, hanno vinto i no, dal mio punto di vista avrei votato anch'io in quel senso lì". Salvini, in sostanza, non ha nascosto minimamente la sua posizione, diametralmente opposta a quella di Zaia: "La Lega non è una caserma, c'è libertà di pensiero – ha aggiunto il leader del Carroccio – Per me è bene che sia finita così".

Zaia, invece, ha detto la sua parlando con il Corriere della Sera: "Tutte le posizioni sono rispettabili e le rispetto fino in fondo. Trovo però ipocrita da parte di qualcuno far finta che non esista nemmeno la sentenza della Consulta che autorizza il fine vita". La linea del governatore del Veneto, in sostanza, è: "Il suicidio assistito c'è già, ma respingono la necessità di adottare una legge per regolamentarlo". Perciò, dal suo punto di vista, è ancora più grave aver perso un'occasione come questa.

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