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“Farnesina a lavoro per i corridoi universitari”: prima apertura dopo l’appello degli studenti palestinesi

La Farnesina ha fatto sapere di stare lavorando alla creazione di corridoi universitari per consentire a oltre 100 studenti palestinesi titolari di borse di studio di raggiungere le loro università in Italia. Una notizia che ridà speranza a studenti come Saja Abumaileq che dalla sua casa di Gaza dice a Fanpage.it: “Spero di riuscire ad arrivare in tempo per frequentare il semestre”
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Dopo gli appelli degli studenti palestinesi, la Farnesina ha fatto sapere di essere al lavoro per la creazione di "corridoi universitari" tra Gaza e l’Italia
Dopo gli appelli degli studenti palestinesi, la Farnesina ha fatto sapere di essere al lavoro per la creazione di "corridoi universitari" tra Gaza e l’Italia

Il Ministero degli Esteri si è pronunciato sulla questione delle centinaia di studenti palestinesi bloccati a Gaza che aspettano di venire in Italia dove sono titolari di borse di studio nelle università. Dopo gli appelli lanciati dagli studenti tramite Fanpage.it la Farnesina ha fatto sapere di essere al lavoro attraverso "serrati colloqui diplomatici" con lo scopo di "creare un quadro definito per dei ‘corridoi universitari' che rendano possibili le partenze".

Con un videomessaggio indirizzato direttamente alla presidente del Consiglio, la ventenne Saja Abumaileq, titolare di una borsa di studio per l'ateneo romano di Tor Vergata, aveva chiesto di uscire dalla Striscia di Gaza, dove si trova attualmente, per frequentare i corsi: "Chiedo a Giorgia Meloni di aprire un corridoio sicuro e di coordinare la nostra evacuazione da Gaza, affinché noi, in quanto studenti, possiamo raggiungere le nostre università in Italia e realizzare il nostro sogno di completare gli studi".

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Farnesina: "Serrati colloqui diplomatici"

Da alcune settimane, la Farnesina è al lavoro per creare dei corridoi universitari che permettano agli studenti palestinesi assegnatari di borse di studio delle università italiane di lasciare il loro paese per arrivare in Italia. Si tratta in totale di 152 ragazze e ragazzi, di cui 97 titolari di borse di studio IUPALS, un progetto della Conferenza dei rettori (CRUI) rivolto proprio ai palestinesi.

I giovani però non possono venire in Italia perché non riescono a ottenere i documenti, come visti e passaporti, e perché non esiste un modo sicuro per entrare e uscire dalla Striscia. La Farnesina però oggi fa sapere che su richiesta del ministro Antonio Tajani le procedure per l'ottenimento dei visti sarebbero state chiarite e accelerate, mentre vanno ancora create le condizioni per il rilascio dei permessi di transito da paesi della regione come Israele e Giordania.

Da settimane la Farnesina e le ambasciate nella regione sono al lavoro per ottenere i permessi necessari. La questione, si legge nella nota, è seguita in maniera operativa dall'ambasciata a Tel Aviv, dal consolato Generale a Gerusalemme e dall'ambasciata in Giordania.

Il comunicato della Farnesina continua informando che l'autorizzazione dei governi israeliano e giordano resta requisito fondamentale per l'uscita dalla Striscia e il successivo transito in Giordania per venire a studiare in Italia, come è avvenuto per i viaggi realizzati fino ad oggi. Al momento, infatti, i Paesi di transito non prevedono altre tipologie di uscita, oltre a quelle sanitarie e per ricongiungimento familiare.

Si tratta di una questione sulla quale l'ambasciata italiana in Giordania sta portando avanti serrati colloqui diplomatici, in modo da individuare al più presto una soluzione per il transito degli studenti. La nota prosegue segnalando che l'Italia è stata il paese che ha ottenuto il maggior numero di permessi per trasferimenti di minori malati e per i loro parenti, mentre altri paesi europei in questa fase hanno ottenuto permessi per il transito degli studenti universitari. La richiesta italiana, conclude la nota, è quella di creare un quadro definito per dei "corridoi universitari" che rendano possibili le partenze.

La reazione dell'attivista: "Da diplomazia ruolo decisivo"

Annette Palmieri, l'attivista che in questi mesi ha fatto da ponte tra i giovani palestinesi e le università, raggiunta da Fanpage.it commenta: "È incoraggiante che l’Italia stia lavorando per creare corridoi universitari. Iniziative come questa ci ricordano che l'istruzione non è solo un diritto, ma anche una vera e propria occasione di speranza e crescita, soprattutto in tempi segnati dalla guerra e dall’incertezza".

L'apertura della Farnesina però non cancella le difficoltà, come ammette Palmieri: "Certo, restano gli ostacoli legati ai permessi di transito da parte di Israele e Giordania, ma la diplomazia può e deve avere un ruolo decisivo. Sarebbe un passo importante se questo progetto riuscisse davvero a trasformarsi in un’opportunità stabile, capace di dare a tanti giovani la possibilità di costruire il proprio futuro attraverso lo studio".

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