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Fanpage intervista Raffaele Carcano della Uaar: “La CEI è stata ed è un formidabile alleato di Berlusconi”

Una interessante intervista a Raffaele Carcano il segretario dell’Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti sul tema dei rapporti fra Stato e Chiesa: “L’Ici è solo uno dei privilegi della Chiesa”.
A cura di Giovanni Molaschi
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Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, è indagato dalla Procura di Milano. Berlusconi è indagato per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile. La vicenda giudiziaria  potrebbe compromettere la carriera politica del leader del Pdl. L’opinione pubblica è arrivata a questa conclusione solo dopo che Tarcisio Bertone, segretario dello stato del Vaticano, ha condannato la vita privata di Berlusconi. “La Chiesa”, ha precisato Bertone, “spinge e invita tutti, soprattutto coloro che hanno una responsabilità pubblica in qualunque settore amministrativo, politico e giudiziario, ad avere e ad assumere l'impegno di una più robusta moralità, di un senso di giustizia e di legalità”. La Chiesa fa parte della vita politica del paese. Probabilmente è colpa sua se l’Italia non ha ancora migliorato la vita a moltissimi cittadini discriminati. Probabilmente questo cortocircuito è solo un alibi. Da anni Uaar, Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti, lavora affinché la religione in Italia sia un diritto e un dovere che i politici devono evadere per governare. Fanpage ha incontrato Raffaele Carcano, segretario di Uaar.

Cos’è Uaar? Quando e perché nasce?
L’UAAR nasce nel 1986, subito dopo le modifiche concordatarie votate con maggioranza bulgara dal parlamento italiano. Ci si rese conto che in Italia serve una forte associazione che tuteli i diritti civili degli atei e degli agnostici e, nel contempo, sostenga le ragioni della laicità dello Stato, dimenticate a destra come a sinistra.

Mauro Masi, direttore generale della Rai ha chiesto a Luciana Littizzetto e Vauro di non fare più satira sulla chiesa. E’ d’accordo con il provvedimento?
Ovviamente No. Una società laica deve riconoscere sempre la libertà di espressione, anche quando colpisce la religione predominante: altrimenti non può essere definita né libera né laica. Del resto, Masi non intervenne quando il TG2 prese in giro la nostra pubblicità sugli autobus: il direttore generale della RAI è soltanto l’ennesimo personaggio che si taglierebbe una mano pur di non far criticare la Chiesa.

Alla Cei, Conferenza episcopale italiana, non piace il Rubygate. Condivide questa posizione?
Gli interventi della CEI sono estremamente generici, e sono stati effettuati soltanto dopo che i malumori del mondo cattolico sono venuti a galla: la CEI è stata ed è un formidabile alleato di Berlusconi, criticato assai raramente. Detto questo, noi rispettiamo l’autodeterminazione degli elettori: sono loro che devono giudicare il premier, non è certo l’UAAR che deve dare loro indicazioni.

Benedetto XVI si occupa della politica italiana. Questa ingerenza è positiva o negativa?
Il dibattito pubblico deve essere aperto alle comunità di fede: una società laica non censura i leader religiosi e non rinchiude la religione negli spazi privati, ma si limita a precluderle gli spazi privati altrui e quelli istituzionali, che devono restare neutri. Il problema è dunque un altro: nel dibattito pubblico non vi è alcun contraddittorio e i politici ascoltano una sola voce. Una circostanza negativa, di cui portano la responsabilità i partiti, sia di destra che di sinistra.

L’ingerenza ecclesiastica è causata dalla stessa chiesa o dai politici?
Per ballare il tango bisogna essere in due. La Chiesa chiede, ma sono i politici ad accettare immediatamente e incondizionatamente ogni sua richiesta. Chi ci governa dovrebbe rappresentare tutti, ma nella realtà fa gli interessi di una sola parte della società.

Perché la Chiesa Cattolica non paga l’Ici all’Italia?
Quello dell’ICI è soltanto uno dei mille e più privilegi di cui gode la Chiesa. Perché il Vaticano non paga l’acqua fornita dall’Italia? Perché i Comuni devono destinare una parte degli oneri di urbanizzazione alla costruzione di edifici di culto? La risposta è semplice: la Chiesa chiede privilegi e i politici glieli concedono, anche se questo significa sottrarre risorse per gli asili nido, le scuole, gli ospedali, la ricerca scientifica, le calamità naturali, i cittadini in difficoltà economiche.

Uaar si sente rappresentata da un partito?
Noi siamo completamente apartitici. Non diamo alcuna indicazione di voto: rispettiamo il pensiero di chi segue perché lo riteniamo capace di decidere da solo.

Cosa chiede Uaar al Governo?
Che i non credenti abbiano gli stessi diritti dei credenti. Le discriminazioni che subiscono gli atei e gli agnostici sono numerose, ma nessuno sembra interessato a eliminarle.

Il blog di Uaar è uno dei 50 più visitati secondo Blogbabel. Uaar come usa internet? Perché i mass media offline si occupano poco dell’associazione?
L’UAAR punta moltissimo su internet perché è l’unico strumento disponibile per ridurre l’asimmetria informativa esistente. Nel nostro paese le voci che non fanno parte del coro sono regolarmente a tacere: del resto, i mass media nostrani sono legati a doppio filo alla politica, e non possono quindi comportarsi diversamente da essa.

Quali sono le campagne più importanti di Uaar? Partono tutte da internet?
Le nostre campagne sono, insieme, giuridiche e informative. Quando riusciamo ad avere successo (come per lo sbattezzo, l’ora alternativa, il crocifisso) cerchiamo di amplificare al massimo la consapevolezza dell’esistenza di un diritto. Quando è più difficile puntiamo molto sulla diffusione virale delle notizie: se lo Stato non fa informazione sull’Otto per Mille cerchiamo di farla noi al suo posto. Nei limiti dei nostri mezzi finanziari!

Quante persone sostengono Uaar on e offline?

L’UAAR ha oltre 4.000 iscritti, ma il numero di simpatizzanti è assai superiore: abbiamo oltre 16.000 fan su Facebook, e oltre 50.000 visitatori unici del sito ogni mese.

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